Rimane il gap delle regioni che dipende dal modo di vita
Cresce in 15 anni la speranza di vita media degli italiani: secondo gli ultimi dati del 2016 è di 82,8 anni (80,6 per gli uomini e 85,1 per le donne), anche se si segnalano problemi di equità tra le Regioni. In Campania, per esempio, l’aspettativa si attesta a 80 anni, mentre nella Provincia Autonoma di Trento a 83,5 anni. Per quanto riguarda l’abitudine al fumo, invece, gli italiani sono andati migliorando, passando dal 25,5% di fumatori di 15 anni fa al 19,6% nel 2015 facendo ben sperare per il futuro. È quanto emerge dai dati presentati a Roma dall’Osservatorio nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane, nato 15 anni fa su iniziativa dell’Istituto di SanitàPubblica – Sezione di Igiene dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. “Ci stiamo avvicinando a un punto di svolta del sistema sanitario – ha spiegato Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio – Questi 15 anni di federalismo non hanno risolto la questione meridionale. Per alcuni indicatori, invece che avvicinarsi alla media nazionale, ci si allontana: gli stili di vita non sono ancora adeguati e negli anni non migliorano, fatta eccezione per il fumo. Mentre aumentano le persone in sovrappeso e gli obesi”. L’evento è stato anche l’occasione per presentare il nuovo sito web dell’Osservatorio (http://www.osservatoriosullasalute.it/), che da oggi metterà a disposizione di tutti coloro che ne hanno necessitàtutti i dati raccolti, i propri archivi, le serie storiche per le analisi e le considerazioni utili a chi lavora nella salute.
“Con il rinnovo dell’Osservatorio si fa un salto di qualità – ha proseguito Solipaca- il nostro sito prima era utile agli addetti ai lavori piuttosto che al cittadino comune. Vorremmo mettere sul sito anche seminari web, informazioni commentate su punti caldi di attualità”. Presente all’incontro anche Walter Ricciardi, presidente dell’Iss e direttore dell’Osservatorio: “L’Osservatorio – ha spiegato – nasce all’indomani della riforma per regionalizzare il Servizio sanitario nazionale ed è stato costituito per monitorare l’impatto della devoluzione sulle condizioni di salute nelle diverse Regioni. In questi 15 anni abbiamo creato un network che coinvolge circa 230 esperti articolati in 21 sezioni regionali che si occupa di raccogliere dati regionali comparabili provenienti da diverse fonti ed elaborare e diffondere strumenti di sorveglianza della sanitàpubblica. Adesso siamo ad una svolta”. Da quest’anno, intanto, la collaborazione tra l’Osservatorio e la Societàitaliana di Medicina Generale e delle Cure Primarie si fa più stretta.
“Mettiamo a disposizione dell’Osservatorio i dati forniti dalle cartelle cliniche dei pazienti italiani – ha fatto sapere il presidente Simg, Claudio Cricelli- raccolte attraverso ‘Health Search’, l’importante database che registra, nel più rigoroso rispetto della normativa vigente, i dati che consentono di tracciare e studiare sia il comportamento dei medici di medicina generale – ha concluso – sia comprendere come vengono trattate le più frequenti patologie croniche”.