Uno studio elaborato dalla Cgia di Mestre su dati Bankitalia lancia l’allarme
La piaga dell’usura affligge l’Umbria, a rischio molte aziende del territorio.
Al momento si stima che siano 3.250 le imprese umbre che si trovano in sofferenza: 2.317 si trovano in provincia di Perugia, 919 in quella di Terni. Si tratta di società non finanziarie e famiglie produttrici che sono state segnalate come insolventi dagli intermediari finanziari alla Centrale dei rischi della Banca d’Italia.
Crisi economica, problemi di liquidità e difficoltà di accesso al credito. Sono i fattori principali che spingono gli imprenditori tra le braccia degli usurai. Il ternano è un territorio storicamente sensibile in questo senso.
Secondo Eurispes, la percentuale di rischio di permeabilità all’usura è più alta rispetto alla media nazionale. Lo conferma l’Ufficio studi della Cgia di Mestre che ha effettuato un report sul rischio usura nelle diverse regioni italiane.
Inoltre l’Ufficio studi della Cgia di Mestre individua proprio nel mese di settembre il periodo più complicato dell’anno per la ripresa dell’attività di riscossione e notifica di nuove cartelle esattoriali da parte dell’Agenzia delle Entrate.
In questo contesto assume un ruolo importantissimo la Fondazione Umbria per la prevenzione dell’usura che riesce a fornire un aiuto concreto e immediato.
“I numeri che ci arrivano dalla Cgia di Mestre sono significativi e meritevoli di essere attenzionati – evidenzia al Corriere dell’Umbria Fausto Cardella, presidente della Fondazione Umbria per la prevenzione dell’usura – Quella che emerge, in realtà, è una situazione di cui già eravamo ben consapevoli: gli effetti della pandemia, in un primo momento ammortizzati dall’erogazione dei sostegni, stanno ora venendo fuori in tutta la loro gravità. E quello che più colpisce – continua – è che tra le categorie maggiormente colpite non ci sono solo piccoli artigiani, commercianti e partite Iva ma anche impiegati sia pubblici che privati. Persone che si ritrovano a dover pagare mutui e prestiti che erano stati sospesi nel periodo di emergenza finendo così in difficoltà”.
“Riuscire a intervenire in tempi celeri è fondamentale – spiega Cardella – Invitiamo coloro che si trovano in difficoltà a rivolgersi alla nostra Fondazione subito, anche solo per una segnalazione o un consiglio. Subito e senza vergogna. Da parte nostra garantiamo l’assoluta riservatezza”. La Fondazione gode del supporto delle istituzioni territoriali, dell’Università, degli enti caritatevoli. “Tutti sono ben consapevoli della particolare situazione che stiamo attraversando – evidenzia Cardella – e pronti a fare squadra per arginare il problema”.