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La guerra dei vitalizi

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Il Movimento 5 Stelle intende mettercela tutta per contrastare i cosiddetti “privilegi” della casta.
Va comunque ricordato che i vitalizi intesi in senso stretto sono stati aboliti dalla Camera e dal Senato nel 2013: ad oggi infatti, ogni nuova legislatura che si insedia non avrà più il doppio stipendio.

Quando si parla di taglio dei vitalizi invece, ad oggi, si tratta di un calcolo retroattivo degli ex parlamentari maturato sui vitalizi prima del 2013: una volta chiarito questo, perché di questo punto si sta parlando in Parlamento, si possono fare e dire le varie posizioni, opinioni e ipotesi di risoluzione. Ma prima va compreso questo punto altrimenti si rischia di fare una forte confusione che non aiuta il già complicato “rapporto” tra l’elettorato e i politicanti nelle istituzioni.

Alla vigilia di quello che, presumibilmente, sarà solo il primo giro di consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo esecutivo, il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Di Maio, lancia la sua “offensiva” attraverso un post apparso sul Blog delle Stelle in cui ribadisce la necessità da parte dei politici di rinunciare ai privilegi quale via propedeutica a quello che è il vero obiettivo, vale a dire mettere quanto prima a calendario l’abolizione dei vitalizi:.

Sul punto i pentastellati si giocano gran parte della propria credibilità e, in attesa di capire se si riuscirà a formare un esecutivo a guida Di Maio, è un punto sul quale lo stesso capo politico, Riccardo Fraccaro e il neo-presidente della Camera, Roberto Fico, non sembrano voler transigere. Di fatto, Di Maio ha lanciato un appello affinchè tutti seguano l’esempio di Mara Carfagna (FI) ed Ettore Rosato (PD) che hanno già rinunciato al doppio stipendio.

Le nuove regole dovrebbero vedere la luce alla Camera e al Senato nel giro di qualche settimana. In pagamento ce ne sono 2.600, con assegni mensili che in alcuni casi superano anche i 9-10 mila euro netti. In totale “pesano” per circa 190 milioni di euro l’anno. Questi trattamenti, calcolati con il metodo “retributivo”, passeranno a quello contributivo con un ricalcolo retroattivo degli assegni liquidati nei decenni scorsi. Le pensioni o le quote di pensione maturate nella legislatura appena chiusa non saranno colpite perché dal 2012 vale già il calcolo basato sui versamenti. Questo vuol dire che nel mirino finiranno ex politici eccellenti o di lungo corso, oltre che ex deputati o ex senatori di passaggio. La mappa più aggiornata è quella fornita da “Orgoglio e pregiudizio”, il libro di Primo Di Nicola, eletto senatore con il Movimento 5 Stelle. Lo ha scritto con Antonio Pitoni e Giorgio Velardi. Si scopre così che nella lista di chi rischia c’è anche un baby pensionato del Parlamento: si tratta di Giuseppe Gamable, eletto con la Rete di Leoluca Orlando. Appena 42enne, dal 2006 incassa circa 4.800 euro netti mensili.