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Omicidio Gildoni, sentenza civile chiusa con un indennizzo “beffa”

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I giudici hanno stabilito che Battista Zanellato, l’uomo che il 17 luglio del 2009 a Nanto di Vicenza uccise l’ufficiale dell’Arma, era totalmente infermo di mente, disponendo cosi 100mila euro di risarcimento alla vedova

Si è chiusa dopo 14 anni dal delitto la vertenza civilistica dell’omicidio del colonnello dei carabinieri Valerio Gildoni (all’epoca quarantenne, comandante del reparto operativo) con una sentenza “beffa” per la vedova del militare originario di Città di Castello.
La Corte d’Appello di Venezia, infatti, nei giorni scorsi ha riconosciuto la totale infermità mentale dell’omicida.
I giudici hanno stabilito che Battista Zanellato, l’uomo che il 17 luglio del 2009 a Nanto di Vicenza uccise l’ufficiale dell’Arma, era totalmente infermo di mente, disponendo cosi 100mila euro solo alla moglie di Gildoni, la sismologa e vulcanologa aretina Barbara Cantucci.
Un indennizzo e non il totale risarcimento di 2 milioni di euro chiesto dai familiari del colonnello, concludendo così anche la vertenza civilistica del caso.
Battista Zanellato, deceduto nel 2016, aveva 85 anni nel luglio del 2009.
Quel 17 luglio di 14 anni fa il carabiniere venne ucciso con una fucilata al volto a Bosco di Nanto dal pensionato Zanellato che si era asserragliato nella propria casa.
Era stato il figlio a lanciare l’allarme chiedendo l’intervento del medico curante che arrivò con i militari in compagnia del colonnello Gildoni appena insediato a Vicenza.
All’inizio del processo la richiesta danni avanzata dalla vedova Barbara Cantucci e dai genitori Settimio e Paola Gildoni, assistiti dagli avv. Lucio Zarantonello ed Erika Pantano, era di un milione di euro, tanto che la richiesta aveva già spinto il tribunale civile ad autorizzare il sequestro dei beni dell’imputato fino a 650 mila euro.
E questo in attesa che il processo civile che ora ha stabilito l’effettivo ammontare del danno subito dai famigliari dello sfortunato ufficiale che venne assassinato da un uomo che, come ha stabilito il perito psichiatrico del tribunale, era incapace di intendere e di volere.