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Gubbio, si è spento a 95 anni don Ubaldo Braccini, decano dei sacerdoti diocesani

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I funerali si tengono oggi, lunedì 16 ottobre, alle ore 10.30, nella chiesa di San Francesco

Si tengono oggi a Gubbio, lunedì 16 ottobre, alle ore 10.30, nella chiesa di San Francesco di Gubbio, i funerali di monsignor Ubaldo Felice Braccini, per tutti don Ubaldo, canonico emerito della cattedrale e decano del presbiterio diocesano, morto all’età di 95 anni.

Come riporta il sito della Diocesi di Gubbio:

La vita di don Ubaldo

Figlio di Sebastiano e di Palmina Morelli, era nato a Scheggia il 17 maggio 1928 e suo zio era mons. Carlo Braccini che fu per anni cancelliere vescovile nonché testimone di alcune vicende dolorose che segnarono il territorio della diocesi durante la Seconda Guerra mondiale, come l’eccidio dei Quaranta Martiri e il rastrellamento del 27 marzo 1944 di cui don Ubaldo cercò sempre di mantenere la memoria. Dopo aver frequentato il Seminario vescovile di Gubbio e quello regionale di Assisi, fu ordinato sacerdote il 3 dicembre 1950 nella chiesa di San Pietro dal vescovo Beniamino Ubaldi.

  Il ministero sacerdotale

I primi anni di sacerdozio lo videro parroco in comunità di montagna come Sant’Andrea del Calcinaro e Torre dell’Olmo, in un contesto ancora prevalentemente agricolo, come quello degli anni Cinquanta, dove non mancavano disagi e fatiche. Dal 1955 al 2019, don Ubaldo ebbe la guida pastorale di Santa Maria in Torre dei Calzolari, a cui si aggiunse dal 1964 la neonata parrocchia di Sant’Anna in Spada. Il sacerdote fu promotore della ristrutturazione della chiesa parrocchiale di Torre dei Calzolari, dopo il terremoto del 1984, dove ebbe il contributo prezioso dei parrocchiani.

Cercò anche di coltivare il rapporto con gli emigranti con frequenti viaggi in Lussemburgo e in Francia. Profondo conoscitore del latino, durante la sua vita si distinse per il servizio presso l’Archivio diocesano di Gubbio nonché fu per anni cancelliere vescovile. Fu attivo nella promozione dei diritti dei sacerdoti, aderendo alla Faci (Federazione associazioni del clero in Italia). Tra gli studi storico-religiosi, coltivò il culto di sant’Ubaldo, in particolare valorizzando il rapporto con Thann di cui divenne cittadino onorario e dove un anno accese uno dei pini, nella tradizionale “Cremation des trois Sapins”, la festa del 30 giugno. Nel merito, fu autore del libro “La mano di sant’Ubaldo” in cui ricostruì le relazioni tra Gubbio e la cittadina francese.

L’impegno civico e pastorale

A partire dagli anni Ottanta, fu uno dei protagonisti della battaglia per l’ammodernamento della Pian d’Assino, volendo sempre ricordare il ruolo prezioso che ebbe la Chiesa eugubina (da cui scrisse il libro “La strada della morte: il prete che scocciava”), e successivamente si distinse per la difesa degli allevatori contro il ripopolamento della specie del lupo selvatico nel comprensorio eugubino-gualdese. In queste iniziative sociali, don Ubaldo volle essere un sostenitore delle esigenze fondamentali della gente, partendo dai suoi parrocchiani, e volle dar voce a chi spesso non ha voce. Fu un parroco di campagna dall’inizio alla fine, in un rapporto semplice e sincero con i fedeli, e si distinse per passioni come la cura delle api. Ritiratosi a vita privata, gli ultimi anni della sua vita li ha vissuti prima nella casa del clero del Seminario diocesano e, nelle ultime settimane, alla Casa di riposo “Mosca” dove si è spento.(a cura di Giorgio Cardoni)