Per i consulenti: “Non si ravvisano comportamenti censurabili nell’operato dei sanitari”
Quella di Maria Elia, 17 anni, fu una morte naturale. Non ci furono errori nel trattamento delle patologie che la portarono a presentarsi al pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia di Perugia e al successivo ricovero nel reparto di Terapia intensiva, tra il 25 e il 26 marzo del 2022.
La ragazza è morta in ospedale a Perugia il 27 marzo 2022, a 36 ore dal ricovero per polmonite bilaterale, affetta da influenza suina.
La famiglia aveva ottenuto la riapertura dell’inchiesta in seguito all’opposizione alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura.
Gli accertamenti che aveva chiesto proprio la famiglia riguardavano soprattutto l’Ecmo. Per i periti di parte infatti, una terapia tempestiva in questo senso avrebbe potuto salvare la ragazza. Per i consulenti della Procura invece no.
Di lì la richiesta della stessa Procura di procedere con una nuova perizia medico legale con la formula dell’incidente probatorio. E proprio per l’esecuzione degli approfondimenti medico-legali, anche in chiave difensiva, per dare la possibilità ai medici di nominare i loro periti, il pm titolare dell’inchiesta, Paolo Abbritti, aveva iscritto nel registro degli indagati 5 operatori sanitari.
Si tratta di un medico anestesista e cinque specializzandi, difesi, tra gli altri, dagli avvocati, Francesco Falcinelli e Alessandro Vesi.
Ma La Nazione riporta oggi la relazione depositata dai consulenti nei giorni scorsi, quella che sarà al centro della prossima udienza davanti al gup di Perugia, in programma per questo mercoledì e nella quale si afferma fra l’altro che “i consulenti non ravvisano comportamenti censurabili nell’operato dei sanitari e che quindi non ci furono errori nel trattamento delle patologie che la portarono a presentarsi al pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia di Perugia e al successivo ricovero nel reparto di Terapia intensiva, tra il 25 e il 26 marzo del 2022”.