La Commissione UE annuncia semplificazione PAC
Un primo passo verso una politica agricola della UE più attenta alle esigenze degli agricoltori. Per Confagricoltura Umbria è positiva la reazione all’annuncio della prossima presentazione, da parte della Commissione europea, di una proposta per ridurre gli oneri amministrativi che gravano sui produttori.
In molti Paesi dell’Unione, tra i quali l’Italia con tante regioni coinvolte tra le quali l’Umbria, sono infatti in atto proteste da parte di alcuni rappresentanti del mondo agricolo. Il comune denominatore delle rimostranze è la contestazione della PAC – Politica Agricola Comune – e del “Green Deal” applicato all’agricoltura.
La proposta della Commissione, come annunciato, sarà presentata al Consiglio Agricoltura UE in programma, a Bruxelles, il 26 febbraio. Proprio nello stesso giorno la Confederazione aveva convocato un’Assemblea Straordinaria a Bruxelles, durante la quale verrà illustrata la visione dell’Associazione sul futuro dell’agricoltura e sulla nuova PAC.
All’Assemblea sarà presente anche il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi. “Avremo così l’occasione per esprimerci in tempo reale sulle proposte della Commissione. Quello del sovraccarico burocratico è uno dei temi prioritari che abbiamo portato all’attenzione delle Istituzioni di Bruxelles”, sottolinea Rossi il quale sul “centrale” tema della PAC, che resterà in vigore fino a tutto il 2027, afferma: “La nostra posizione, a tal proposito, è stata di natura strategica perché abbiamo fin da subito dichiarato che gli accordi raggiunti hanno portato a una riforma non solo estremamente complessa, ma soprattutto inadeguata alle reali esigenze di produttività e competitività delle imprese agricole. Una PAC scellerata perché dare soldi a tutti non serve a niente e soprattutto non serve darli a chi non fa l’agricoltore di professione e in questo momento bisogna supportare solo chi produce”.
“Stiamo lavorando con il Parlamento e la Commissione UE e con il Ministero dell’Agricoltura, che ha istituito, su nostra richiesta, due tavoli di confronto per concordare le opportune modifiche” dichiara ancora Rossi per poi aggiungere: “Intanto, continuiamo anche a lavorare per migliorare la proposta già presentata di deroga alla destinazione non produttiva dei terreni. Occorrono modifiche incisive perché la deroga sia effettivamente operativa in tutti gli Stati membri”.
Altro cosa da fare, per Rossi, è tenere in considerazione il tema della tracciabilità: “Se è vero che a noi manca la materia prima per il Made in Italy e che questo crea valore aggiunto ma che poi non ritorna alla produzione è perché qualcuno fa il furbo, perché magari la pasta è italiana ma poi il grano non è italiano. C’è una tecnologia che se applicata ci può dire se quel parmigiano è fatto da latte di mucche dell’Emilia-Romagna o se il vino Sagrantino è stato prodotto da uve di Montefalco. Lo stesso piò essere fatto per grano e mais italiani che per il prezzo dipendono dal mercato mondiale e non dalle filiere italiane e che quindi potrebbero avere un prezzo più alto perché legato al valore aggiunto del Made in Italy”.
“Garantire valore aggiunto ai produttori é possibile tracciando la filiera che deve essere tutta Made in Italy e utilizzare quindi solo materie prime italiane” conclude Rossi.
Anche in questa occasione, Confagricoltura, da sempre in prima linea per rappresentare le istanze degli agricoltori, partendo dall’ascolto e comprendendo il disagio del settore, conferma così il proprio impegno per portare le questioni poste nelle sedi competenti, in Europa. La Confederazione, infatti, condivide l’attenzione del Governo nazionale rispetto alle richieste degli agricoltori, ma auspica risposte più incisive ed urgenti da parte dell’Unione.
E le iniziative programmate a Bruxelles vanno quindi nella direzione di chiedere che le richieste degli agricoltori vengano affrontate con maggiore sollecitudine, a tutela di un settore trainante dell’economia italiana che subisce le conseguenze economiche di uno scenario internazionale ad alta instabilità.
L’impegno di Confagricoltura punta pertanto al raggiungimento dei seguenti obiettivi: assicurare un reddito adeguato ai produttori agricoli; migliorare la sostenibilità ambientale senza tagli produttivi; favorire la diffusione delle innovazioni tecnologiche per far fronte alle sfide del cambiamento climatico, salvaguardare i prodotti italiani ed europei nei confronti di una concorrenza non allineata con le regole dell’Unione per la sicurezza alimentare, la tutela delle risorse naturali e del lavoro, il benessere degli animali.