Home Cronaca Ospedale di Perugia,medico a processo per aver somministrato Propofol a paziente finito...

Ospedale di Perugia,medico a processo per aver somministrato Propofol a paziente finito in Rianimazione

0

l Propofol è un farmaco anestetico noto alle cronache come una delle possibile cause di morte di Michael Jackson

Disposta dal giudice Marco Verola la prosecuzione del giudizio nei confronti di un medico gastroenterologo dell’ospedale di Perugia a cui si contestano le presunte lesioni causate a un paziente che ha rischiato di morire, finendo in Rianimazione nel 2021, dopo una crisi respiratoria durante una semplice endoscopia, a causa, secondo le accuse, di un utilizzo considerato non corretto del Propofol, farmaco anestetico noto alle cronache come una delle possibile cause di morte di Michael Jackson.

La notizia riportata oggi da Il Messaggero rivela che è stato proprio l’uomo, oggi 61enne, a denunciare ai carabinieri del Nas quanto accaduto nel reparto di Chirurgia generale e d’urgenza il 12 maggio di tre anni fa.

Secondo la denuncia dell’uomo, a cui è seguito il sequestro delle cartelle cliniche da parte dei militari, prima di tutto la somministrazione sarebbe avvenuta senza che il paziente avesse prestato il suo consenso informato e in una situazione in cui era necessaria la presenza di un anestesista (o comunque il rispetto di protocolli stabiliti, senza allontanarsi dallo «standard of care» del caso), come ricordano le linee guida delle Società Anestesiologiche allegate all’esposto che ribadirebbero la «caratteristica del Propofol di indurre livelli di sedazione profonda tali da inficiare la protezione delle vie aeree, con conseguente necessità di raggiungere livelli avanzati di competenza rianimatoria».

E così nel corso dell’esame endoscopico si è verificata una «desaturazione importante» (quindi un livello di ossigeno del sangue molto basso) per cui il gastroenterologo è stato «costretto a interrompere la procedura e ad attivare il servizio di rianimazione interna».

E l’uomo è rimasto ricoverato in quel reparto qualche giorno, prima di essere trasferito in Chirurgia d’urgenza, dove è stata riscontrata anche una polmonite.

Abbastanza per convincere la procura a una citazione diretta a giudizio del gastroenterologo, che nel corso dell’udienza predibattimentale davanti al giudice Verola con l’avvocato Nicola Di Mario, ha contestato tutte le accuse, ribadendo la correttezza del proprio operato.
Ma il giudice ha ritenuto di non dover decidere per il non luogo a procedere, disponendo invece la prosecuzione del giudizio, con il processo per lesioni personali colpose che adesso inizierà il 13 novembre davanti al giudice Serena Ciliberto.

L’avvocato del paziente, David Brunelli, ha inoltre fatto richiesta di citazione dell’Azienda ospedaliera quale responsabile civile, che ieri si è costituita, mentre Di Mario ha anticipato come «all’esito dell’attività probatoria con le relazioni di due consulenti tecnici dimostreremo che non vi è stata alcuna infrazione a regole cautelari o a discipline di settore che regolamentano l’utilizzo dei farmaci impiegati nel corso del trattamento».