In relazione all’acquisto di azioni della Banca Popolare di Bari, avvenuto con l’ultimo aumento di capitale del 2014
Azioni “svalutate”, azienda risarcita.
Con sentenza emessa l’8 luglio il Tribunale di Terni ha condannato l’istituto umbro della Cassa di Risparmio di Orvieto a restituire 104mila euro ad un’impresa del Ternano in relazione all’acquisto di azioni della Banca Popolare di Bari, avvenuto con l’ultimo aumento di capitale del 2014, per il quale erano stati raccolti 86 milioni tra Umbria e Lazio, pochi anni prima del default di quest’ultima, culminato con il suo commissariamento nel dicembre 2019.
Il Tribunale ha riconosciuto l’insufficienza delle informazioni sulla rischiosità dell’investimento fornite dalla banca orvietana all’amministratore dell’impresa acquirente e l’inadeguatezza del profilo di rischio dell’investitore rispetto al rischio intrinseco portato dalle azioni BpB, a rischio di illiquidità. Ha così risolto il contratto di acquisto dei titoli e disposto le conseguenti restituzioni.
L’investitore restituirà le azioni alla Cro, mentre la Cro restituirà il controvalore pagato dall’investitore per le stesse e rimborserà le spese di giudizio.