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Morroni (FI): “Polemiche su filiera del tartufo frutto di propaganda becera e faziosa”

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Nota dell’Assessore all’Agricoltura della Regione Umbria

In merito alle polemiche insorte in questi ultimi giorni intorno alla filiera della tartuficoltura, Roberto Morroni, Assessore all’Agricoltura della Regione Umbria, con un comunicato stampa ha precisato che «la scelta di puntare allo sviluppo, nel contesto agricolo regionale, di “filiere corte” è stato uno degli indirizzi strategici perseguiti dal Governo Regionale, allo scopo di rafforzare la competitività delle imprese agricole e la loro capacità di creare reddito».

«Tale scelta – prosegue il comunicato stampa – è stata confrontata e condivisa con tutti i rappresentanti delle imprese agricole, delle cooperative, delle imprese di trasformazione e dei professionisti di settore, sia durante le sedute del Tavolo Verde, che durante i Comitati di Sorveglianza del PSR a cui hanno partecipato oltre 30 soggetti pubblici e privati nonché la stessa Commissione europea.

Unanime l’approvazione di finanziare le filiere umbre in relazione alla loro rilevanza in termini di PLV (Produzione Lorda Vendibile) e di potenzialità in termini di valore aggiunto.»

«In questo contesto, attraverso un intervento specifico del PSR – sottolinea Morroni -, sono stati finanziati progetti di cooperazione (filiere corte) tra produttori e trasformatori dei principali prodotti agricoli umbri: olio, nocciolo, tartufo e luppolo.

In particolare, sono stati messi a disposizione oltre 22.000.000 di euro di contributi del PSR 2014-2022 per favorire l’aggregazione in filiera di imprese del settore primario e quelle dell’agroalimentare umbro.

Gli interventi hanno coinvolto circa 700 imprese umbre, aggregate in 20 progetti di filiera per circa 3.000 ettari di nuovi impianti in corso di realizzazione».

«Per quanto riguarda in particolare la filiera del tartufo – aggiunge Morroni -, la scelta di sostenere questa filiera nasce dalla necessità di sviluppare un prodotto della nostra terra la cui coltivazione, raccolta, trasformazione e commercializzazione rappresentano un motore economico fondamentale per la Regione, supportato sia dalle sue caratteristiche organolettiche uniche, dalla vocazione del territorio e dalla sua reputazione sia a livello nazionale che internazionale.

La tartuficoltura Umbra assume una grande importanza anche per il rilancio socio-economico delle aree interne svantaggiante della regione.

Questa attività, infatti, garantisce alle imprese agricole un’importante integrazione di reddito ed assicura il presidio sul territorio contrastando il suo abbandono e spopolamento; inoltre, costituisce una valida opportunità nell’ottica di una agricoltura multifunzionale, permettendo di diversificare le produzioni in azienda e arricchendo l’offerta di agriturismi e turismo rurale».

Per quanto riguarda il settore della trasformazione industriale e della commercializzazione, secondo l’Assessore Morroni la coltivazione del tartufo riveste un ruolo importante per compensare il deficit di prodotto che il mercato richiede e che oggi viene coperto ricorrendo all’importazione da paesi stranieri.

«In Umbria operano oltre 70 imprese in tale settore – evidenzia Morroni – che necessitano costantemente di prodotto di qualità, sempre più difficile da reperire nelle tartufaie naturali.

È per questo motivo che alla filiera del tartufo sono stati destinati circa 9.000.000 di euro, che hanno permesso di finanziare 5 progetti a cui hanno aderito 7 trasformatori, 270 imprese agricole che hanno avviato nuove tartufaie coltivate su 555 ettari».

«Andando nel dettaglio, per la filiera del tartufo con capofila Urbani Tartufi srl – precisa Morroni – hanno ricevuto la concessione degli aiuti n. 98 imprese agricole, per un importo di contributo pari ad € 4.200.000 (a fronte di un investimento complessivo di circa € 10.500.000) e per quanto riguarda il capofila trasformatore Urbani Tartufi, un contributo concesso di circa 700.000 euro (a fronte di un investimento complessivo di circa € 1.700.000)».

«Il progetto è in corso di realizzazione – conclude Morroni – e il termine per la rendicontazione è prevista per 31.03.2025. Non vi è stata alcuna priorità attribuita a tale filiera, in quanto le risorse disponibili dal PSR hanno finanziato tutti i progetti di filiera e tutte le imprese aderenti che hanno creduto nell’aggregazione per essere maggiormente competitive e rispondere alle esigenze del mercato.

Pertanto alla luce di quanto esposto, risultano davvero mistificanti, strumentali e frutto unicamente di una propaganda politica becera e faziosa le polemiche sollevate in questi giorni da settori dell’opposizione che, ancora una volta hanno perso l’occasione per farsi interpreti delle esigenze di crescita e sviluppo della comunità regionale».