Home Attualità “Prevenire il virus coi test diagnostici e con la tracciabilità”

“Prevenire il virus coi test diagnostici e con la tracciabilità”

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Il parere del dottor Andrea Calabro, medico odontoiatra

Il dr Andrea Calabro

di Andrea Calabro – Questo non è più un appello, ma una presa d’atto della situazione Coronavirus nella nostra regione e di concerto in tutta Italia.
Appurato che servono test diagnostici di ogni tipo e fatti più possibile, sviscerato il prevalente tema delle mascherine che tra un po’ saranno vendute anche sulle bancarelle dei mercati, naturalmente controllati e resi agibili a distanza, nessuno si preoccupa più della “tracciabilità” del virus, quindi del test, quindi delle persone che lo portano e trasportano, perche’il “Garante” diciamo che “non si esprime”.
La “Burocrazia”, il nostro vero male, insieme a questa politica, è riuscita a bloccarci e si alimenta anche in terapia intensiva della nostra “Privacy”.
Abbiamo continuamente parlato in Sanità, soprattutto in questi ultimi tempi, del “Fascicolo elettronico Sanitario”, termine facilmente comprensibile ai più, ma diversamente interpretato dagli addetti ai lavori, tanto più che ognuno, in ogni Regione ne ha creato uno, magari incompleto e sperimentale, ma che non dialogasse con l’altro o con troppi altri, perché permeato di un altro virus ancora più pericoloso dell’attuale.
La possibile soluzione della tracciabilità dei test e di una minima organizzazione di difesa per tornare a lavorare pur in una situazione di convivenza con l’agguato del pericolo può essere proprio in quel “fascicoletto” che ognuno di noi potrebbe, dovrebbe, avere per essere adeguatamente seguito e servito per la difesa della propria salute, permettendo che questa non si trasformi in offesa per altri.
Quando, come medico odontoiatra, mi trovo di fronte a situazioni particolari, concernenti malattie contagiose, oltre alle misure igieniche di prevenzione e protezione per tutti, se avvertito o dalla cartella clinica del mio paziente, o dalla dichiarazione stessa del paziente, sicuramente alla normale routine di lavoro aggiungo una mia personale attenzione e del personale, anche nei movimenti e nei gesti delle mani!
La nostra professione espone più di ogni altro operatore sanitario sempre ed in questo momento in particolare, per continuità e per prossimità a certe situazioni di pericolo per l’operatore e per gli altri.
Il “Fascicolo elettronico digitale”, anche se bozza o sperimentale, ma che viaggia su circuiti digitali, può e deve risolvere detti problemi: oltre ad annoverare tutta la nostra storia clinica può e deve annotare terapie e sistemi diagnostici utilizzati e rischi connessi.
Può e deve essere oggi la base per poter tracciare anche questo mostro, purché disposto da un sanitario che prescrive, un paziente che accetta, un sistema che agganci certe informazioni, anche di geolocalizzazione, se necessario, e che permetta anche a tutti i sanitari di studiare, fare statistiche epidemiologiche, stanare il virus, anticiparlo, non seguirlo.
Oggi una diagnosi di Positività al Covid-19 la fa anche un radiologo, ma quando il paziente è alle porte di una terapia intensiva…, non mi sembra giusto, bisogna farlo prima, ed è possibile…