Home Cronaca Scuola, i sindacati in piazza chiedono una ripartenza in sicurezza a settembre

Scuola, i sindacati in piazza chiedono una ripartenza in sicurezza a settembre

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Anche a Perugia e Terni manifestazioni ed iniziative

Foto Cisl Umbria

Anche in Umbria per il mondo della scuola è stato un giorno di sciopero e protesta.
A Perugia, i sindacati di categoria, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda, si sono ritrovati sotto i portici della Provincia per chiedere soluzioni riguardo ai tanti fronti aperti: dall’edilizia scolastica alla sicurezza, dagli spazi alla necessità di incrementare il numero di docenti e personale tecnico. Il sindacato è compatto nel chiedere una ricognizione attenta per rilevare la superficie degli 800 plessi della regione e rapportarla al corretto distanziamento.
Ma accanto a quello delle superfici adeguate c’è il problema del numero di alunni per classe che non può certamente essere quello di 27/28 alunni. Partendo proprio da quest’ultimo problema, se veramente le classi dovranno essere composte da non più di 10-12 alunni, servirà un aumento del personale almeno del 10-15%.
«Ciò – spiegano i sindacati ricordando che attualmente i docenti in Umbria sono 9.500 – richiede un organico aggiuntivo di circa 1.500 posti, cifra ben lontana dai 350 in organico di fatto che sono stati comunicati alla nostra regione dal Ministero».
La riduzione delle classi, osservano le diverse sigle, è centrale specialmente per la scuola dell’infanzia e per le elementari, «dove la relazione educativa in presenza è fondamentale».
E poi ci sono da affrontare in fretta una serie di problemi che ancora non vedono una soluzione, quali la precarietà di 1 docente su 5, le condizioni di sicurezza per la ripresa a settembre, l’inadeguatezza degli organici docenti ed Ata, l’insufficienza degli spazi ed l’inadeguatezza degli edifici scolastici, le particolari esigenze educative e formative degli alunni con disabilità, l’organizzazione del tempo scuola e dei gruppi classi e l’esigenza di una nuova organizzazione pedagogico-didattica, la rimodulazione dei trasporti per rispondere all’ipotesi di turnazione delle classi, balzano a due mesi dal nuovo inizio di anno scolastico, prepotentemente e drammaticamente in primo piano, senza trovare reali e concrete risposte.
La risposta data dal Governo con il Decreto Legge Scuola licenziato viene considerata da tutte le sigle sindacali decisamente insufficiente a partire dall’indizione di un concorso straordinario rinviato nei tempi solo per una logica di equilibrio politico della maggioranza, ma che di fatto, ritarda anche la stabilizzazione dei docenti che da più di 3 anni svolgono regolare attività d’insegnamento nelle classi.