La vicenda ripropone le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario umbro
Quanto accaduto ieri nel carcere di Terni è l’ultimo di una serie di episodi che preoccupano i sindacati e gli operatori degli istituti penitenziari, che da tempo chiedono migliori condizioni di sicurezza all’interno degli istituti di detenzione. Il sindacato Sappe, che ha diffuso la notizia, ha denunciato il fatto definendolo “ennesima giornata di follia”.
Il Fatto
Due agenti sono stati presi a morsi, è il segretario per l’Umbria, Fabrizio Bonino a raccontare il grave atto “Verso le ore 12 circa un detenuto di origini nigeriane ubicato alla sezione G del carcere di Sabbione, si è rifiutato di rientrare in cella perché voleva cambiare reparto. L’agente di servizio, visto che il ristretto non voleva sentire ragioni, ha chiamato a supporto il vice comandante che si è recato immediatamente sul posto con altri due colleghi. Mentre parlava con il recluso questi gli si è scagliato contro, mordendolo alla spalla e successivamente ad un polpaccio. Lo stesso trattamento lo ha riservato ad un altro poliziotto intervenuto ma, nonostante la ferocia e la violenza, i due baschi azzurri sono riusciti ad ubicarlo nella propria cella. I colleghi hanno raggiunto il pronto soccorso dell’ospedale di Terni per le cure del caso. A loro esprimiamo solidarietà ed auguriamo una pronta guarigione”.
Il segretario generale del Sappe, Donato Capece ha affermato “La vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario nazionale. La tensione nelle carceri è palpabile ogni istante ed è grave che a pagare lo scotto siano i servitori dello Stato: è un’offesa alla nazione, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all’interno di un carcere mentre si è soggetto ad un’opera di risocializzazione. Uno scempio unico e senza appelli. L’aggressione di oggi a Terni, peraltro, è solo l’ultimo di una serie di episodi che evidenziano la necessità di un intervento urgente e sistematico per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli istituti penitenziari”
Quanto avvenuto ieri conferma ancora una volta la crisi nelle carceri dell’Umbria per effetto anche del sovraffollamento e della mancanza di personale. Da una recente ricerca si apprende che all’interno delle carceri Il 31% dei detenuti è di origine straniera e il 28% ha problemi di tossicodipendenza o di ubriachzza. A questo si aggiunge il gravoso stato di carenza di personale e difficoltà nella gestione di detenuti con disturbi psichiatrici.
Questi temi sono stati al centro di un incontro promosso di recente dalla Procura Generale della Repubblica di Perugia che ha riunito i Procuratori del distretto, i Direttori degli istituti di pena e i Comandanti della Polizia Penitenziaria, oltre ai vertici dell’Ufficio Distrettuale di Esecuzione Penale Esterna. Da questo incontro è emerso che Perugia e Terni, sono i due centri più critici del territorio dove il sovraffollamento ha raggiunto u 44% a Capanne ed il 33% a Terni rispetto alla capienza regolamentare. Tale situazione è in linea con le il sovraffollamento nazionale delle carceri.