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Agricoltura in Umbria compromessa: Coldiretti chiede stato di calamità

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Lettera del presidente regionale Agabiti a Donatella Tesei e all’assessore Morroni

Albano Agabiti

La grave emergenza da coronavirus sta colpendo e compromettendo duramente il tessuto dell’economia agricola, tanto da portare Coldiretti Umbria a richiedere alla Regione di attivarsi per la richiesta di riconoscimento dello stato di calatermità naturale.

Alla luce della grave emergenza sanitaria da Covid-19 – si legge nella lettera inviata dal presidente regionale Coldiretti Agabiti, alla presidente della Regione Umbria Tesei e all’assessore all’agricoltura Morroni – che sta mettendo in ginocchio in primis gli agriturismi e il settore vitivinicolo, oltre a quello del florovivaismo e della produzione di latte e carne ovicaprina, è evidente l’attuale stato di criticità che impone alla nostra Regione la dichiarazione di stato di calamità.

Tale richiesta – sottolinea Agabiti – è motivata anche dalle numerose segnalazioni quotidiane di danno provenienti alla nostra Organizzazione agricola da parte di associati operanti nel comparto ricettivo ed agroalimentare.

Si rende quindi necessario – spiega Agabiti – attivare tutte le procedure utili volte a richiedere al Mipaaf il riconoscimento dello stato di calamità naturale, quanto meno, per il settore agrituristico, vitivinicolo, del florovivaismo e della produzione di latte e carne ovicaprina.

Si tratta di una crisi senza precedenti – aggiunge Agabiti – con la contrazione dei mercati da un lato, e le disdette e mancate prenotazioni dall’altro, che sta non solo danneggiando l’intera annata in corso, ma pure mettendo a serio rischio la sopravvivenza futura delle imprese agricole umbre.

Occorrono quindi – ribadisce Agabiti – risorse finanziarie e liquidità per le imprese agricole, partendo proprio dagli allevatori ovicaprini, dagli imprenditori vitivinicoli e florovivaisti nonché dagli operatori agrituristici, a fronte delle ingenti perdite subite e degli sforzi messi in campo volti ad evitare la definitiva chiusura aziendale.

Il settore agricolo e agroalimentare, compreso quello del turismo rurale ed enogastronomico – ricorda Agabiti – è uno dei comparti più conosciuti e amati a livello nazionale e internazionale e serve dunque il continuo impegno di tutti per cercare di farlo uscire da questa crisi senza precedenti.

Un settore – conclude il presidente regionale Coldiretti – che anche in questa situazione di emergenza potrebbe fare la differenza, grazie alla forza degli imprenditori che producono eccellenze uniche al mondo, di altissima qualità e che offrono servizi sempre più richiesti.