31enne ternano denunciato dalla Polizia di Stato
La Polizia di Stato di Terni ha apposto i sigilli ad un negozio di vendita di prodotti a base di canapa nel centro cittadino; operatori della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale hanno notificato la sospensione della licenza per 15 giorni al titolare dell’esercizio commerciale, un ternano di 31 anni, in applicazione dell’art. 100 del Testo Unico Leggi di Pubblica Sicurezza TULPS.
Il provvedimento firmato dal Questore di Terni è scaturito da un’operazione della Squadra Mobile, che, a metà novembre, ha portato alla denuncia dell’uomo per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.
La 4° Sezione Antidroga, durante un servizio finalizzato alla prevenzione e al contrasto di sostanze stupefacenti, aveva notato che nel locale del 31enne entravano persone gravate da pregiudizi di polizia per spaccio e uso di sostanze stupefacenti, oltre a gruppi di giovani, ancora con gli zaini a tracolla, appena usciti da una istituto scolastico superiore, ubicato nei pressi.
Nel corso di un’attività di indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni, i poliziotti dell’Antidroga hanno rinvenuto, all’interno dell’attività commerciale, un ingente quantitativo di sostanza stupefacente, risultata positiva per la presenza di cannabinoidi e/o derivati della canapa indiana; inoltre, un cliente appena uscito dal negozio era stato trovato in possesso di un involucro contenente un cilindro di sostanza solida marrone che successivamente analizzato dalla Polizia Scientifica aveva dato esito positivo per la presenza di cannabinoidi. L’attività della Polizia Giudiziaria era proseguita con la perquisizione a casa del 31enne, dove era stata rinvenuta altra sostanza illegale.
E’ stato accertato che i reati sono stati commessi all’interno dell’esercizio commerciale dallo stesso esercente, verosimilmente anche al fine di poterli commettere indisturbatamente in un luogo insospettabile in quanto attività autorizzata alla vendita di prodotti derivati dalla cannabis, ponendo in essere “condotte antigiuridiche … tenute proprio da chi, invece, dovrebbe essere chiamato a tenere comportamenti che evidenzino elevate qualità morali e affidabilità nell’esercizio del commercio”.