Ingenti i danni alle casette in cui vivono gli sfollati e innumerevoli le chiamate al numero d’emergenza
Buran non molla la presa e si abbatte sull’Umbria terremotata.
Questi giorni di intenso freddo hanno messo a dura prova tutto il territorio, ma in special modo gli sfollati, vittima del sisma che nel 2016 colpì il Cuore Verde d’Italia.
Problemi e disagi si registrano a San Pellegrino, un piccolo paese alle porte di Norcia, dove alcuni residenti delle casette prefabbricate Sae si sono svegliati senz’acqua calda a causa del brusco abbassamento delle temperature, che in certe ore della notte hanno sfiorato i -13 gradi.
Le caldaie sono state piazzate in delle colonnine esterne alle abitazioni e con il freddo si sono congelate. Inutile il tentativo di tenere i rubinetti aperti con un filo d’acqua, come consigliato dall’assessore comunale Giuliano Boccanera.
Maria Giorgi, che da un anno abita nella Sae, spiega che per far ripartire l’impianto di riscaldamento ha dovuto attivare una stufetta elettrica e usare anche delle coperte per avvolgere il boiler dell’acqua.
Date le circostanze sono state molte le telefonate arrivate al numero d’emergenza fornito ai terremotati per segnalare eventuali guasti, ma l’assessore smonta le polemiche dichiarando che questo problema si è verificato anche nelle normali abitazioni, vista l’eccezionalità del freddo al quale, evidentemente, nessuno era preparato.
Criticità si sono verificate anche a Castelluccio, un paese fantasma presidiato solo dai militari, dove nella notte si sono registrati -15 gradi, con 30 centimetri di neve. La conferma è arrivata dal caporal maggiore Andrea Tarantini che, insieme alla sua squadra, veglia sul borgo straziato dal terremoto affinché nessuno possa avvicinarsi alla zona rossa.
Questo è il quadro che di un’Umbria stremata. Provata da un’ondata di gelo senza precedenti. Il peggio però sembra essere dietro l’angolo, è infatti atteso per giovedì 1 marzo il colpo di coda di Buran che segnerà il record di questa settimana sotto zero.
