Dopo la diffusione delle intercettazioni e la goffa difesa
Di Alberto Laganà – La goffa difesa in conferenza stampa della Marini e la diffusione delle intercettazioni dove la Presidente della Regione afferma essere una paladina della legalità e della pulizia nell’amministrazione della cosa pubblica, ha irritato i massimi esponenti del Pd, dal segretario nazionale Zingaretti a Calenda, i quali fanno capire senza mezzi termini che il tempo per la “vice zarina” è scaduto e che una sua permanenza alla guida dell’Umbria pregiudicherebbe le sorti delle prossime elezioni Europee.
Era stato più accorto e tempestivo Gianpiero Bocci che ha troncato sul nascere speculazioni politiche dimettendosi subito dalle segreteria regionale, ammettendo in pratica la sua leggerezza nel proporre persone vicine al partito in posti chiave della sanità perchè era questa la consuetudine in decenni di governo.
Ora la Marini ha le ore contate ed il Pd non può permettersi uno stillicidio di ulteriori notizie compromettenti che sicuramente emergeranno dalle 500 pagine che costituiscono il pesante “j’accuse” sulla gestione del potere in Umbria.
Ormai si attende solo la resa della Presidente e l’indizione di nuove elezioni regionali come già chiesto dal Movimento 5 Stelle e dal centrodestra anche perchè un’ulteriore attesa sarebbe un danno rilevante non solo al partito che a suo tempo l’ha candidata ma a tutta la regione che in questi giorni sta finendo su tutti i mass media con un danno d’immagine difficilmente quantificabile.