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Castiglione del Lago, le raffinate note di Luigi Caselli al diciottesimo Festival di Musica Classica

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La felice formula promossa dalla marchesa Marzia Zacchia ha ospitato il talentuoso pianista già conosciuto e apprezzato nella precedente sessione

Stefano Ragni – Ieri sera nel teatrino di Palazzo Ducale una delle ultime serate di una edizione felice, che ha superato la sua maggiore età con un riconosciuto consenso di pubblico. La felice formula promossa dalla marchesa Marzia Zacchia ha ospitato un pianista già conosciuto e apprezzato nella precedente sessione, Luigi Caselli. Musicista dalle dita sapientemente raffinate e dalla squisita eleganza formale, Caselli ha rinnovato i suoi consensi con una esposizione ben costruita di pagine che, nel corso dello svolgimento della serata, si sono continuamente arricchite di emozioni, culminando poi nel pensoso fuori programma, un composto e meditativo Corale di Bach-Busoni che ha impresso all’incontro un vero sigillo di qualità. Del resto altro non si poteva proporre dopo la Sonata Op. 30 di Scrjabin, di cui Caselli ha saputo rievocare quella densità acquorea che caratterizza i due pannelli, con punte di virtuosità nella seconda sezione del Prestissimo volando. Rievocando il senso di mistero che pervade lo Scrjabin visionario, Caselli, nei due Preludi e nei due Studi precedentemente enunciati ha saputo avvolgerci con quei filamenti di medusa che si muovono davanti all’ascoltatore, un plasma inquietante che ti attira dentro un vortice. Precedentemente il musicista ospite aveva suonato un Preludio di Prokofiev e il celebre Rachmaninov op. 3 n. 2 con una calibrata alternanza di noto e di incognito. Stessa formula per la prima parte con la presentazione della Fantasia K 397 di Mozart, intercalata da quattro Pezzi fantastici di Schumann, sognanti ed enigmatici come sempre, prima della esplosione di Asturias di Albeniz, una evocazione di chitarre orgogliose e di sogni gitani che ti fa fremere sulla sedia.

Apertosi il sedici agosto con il ritorno del duo Lopez-Delafontaine, pianoforte e flauto di latitudine internazionale, il cartellone era proseguito quattro giorni dopo col duo pianistico Sebastiano Brusco e Maurizio Moretti. Il 21 agosto un altro felicissimo ritorno, quello degli Interpreti Veneziani, barocco ad alta temperatura con gli splendori della Serenissima, seguito da una rassegna di pagine della lirica interpretate dal soprano Ginevra Schiassi, dal baritono Marzio Giossi e dalla pianista Paola del Verme. Tanto per ricordarci che con Vivaldi e il melodramma noi italiani possiamo sempre giocare le carte di un passato che non può tramontare. Alberto Nones, protagonista lo scorso anno di una bella serata chopiniana non ha mancato di confermare il 28 agosto la sua classe di interprete, mentre martedì trenta la voce di Annamaria Ackermann si è posta al servizio della musica di Scrjabin evocata al pianoforte da Alessandro Bistarelli. Una formula che ha entusiasmato i molti che hanno risposto all’appello di una artista che non conosce tramonto. Domani alle ventuno sarà la volta della grande lirica a chiudere questa edizione che ancora una volta ha saputo riservare anche un angolo alla solidarietà, col consueto concerto a Villa Nazarena di Pozzuolo, quattro chitarre del gruppo “Opera nuova”.