La tariffa sui rifiuti, ovvero la mancata riscossione della Tari, rischia di mettere in serie difficoltà il bilancio del Comune di Perugia. Basti dire che i conti degli agenti della riscossione evidenziano che alla fine dell’anno le somme da riscuotere proprio sulla Tari ammontavano a ben 85,5 milioni, a cui vanno aggiunti 5,2 milioni per il recupero dell’evasione. Una questione aperta che obbliga l’ente a ricorrere a gravose anticipazioni di cassa su cui i perugini pagano circa un milione all’anno di interessi.
Il Collegio dei Revisori dei Conti hanno comunque certificato che va un po’ meglio rispetto al 2014, quando a fine anno l’anticipazione era di 36 milioni, al 31 dicembre dell’anno scorso era comunque ridotta di quasi due terzi (circa 13 milioni).
Il collegio ribadisce che le mancate entrate della Tari risultano essere «fra le principali cause di un’anticipazione di tesoreria che, visto il trend storico degli ultimi anni, rischia di diventare strutturale». E dunque: «Invitiamo l’amministrazione comunale a continuare le mosse intraprese per limitare tale critica situazione».
«La morosità pregressa della Tari – scrivono – è una delle maggiori criticità di bilancio del Comune ed è alla base del deficit finanziario. Per questo riteniamo che se non si riesca a limitarla nel breve/medio periodo ciò potrebbe logorare e compromettere gli equilibri correnti di bilancio, arrivando altresì a definire l’attuale deficit finanziario come strutturale».
Insomma il altri termini si prospetta un “default”, e tale avvertimento arriva dopo i severi richiami della Corte dei Conti e le correzioni prese dal Comune.