L’ex governatrice è stata ascoltata come imputata per l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla gestione illecita delle assunzioni nella sanità pubblica
Riprende il processo per la cosiddetta “Concorsopoli” umbra che causò la caduta della giunta regionale nel 2019. Nell’udienza tenutasi ieri in aula al Capitini, è stata interrogata in qualità di imputata per l’accusa di associazione a delinquere finalizzata alla gestione illecita delle assunzioni nella sanità pubblica, l’ex governatrice Catiuscia Marini.
Con lei l’assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, l’ex sottosegretario all’Interno e segretario del Pd, Gianpiero Bocci, l’allora direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Emilio Duca, e il direttore amministrativo Maurizio Valorosi.
“Io non ho mai raccomandato qualcuno. Io nemmeno conoscevo il nome della persona che per l’accusa avrei aiutato”. Queste le parole con cui ha rivendicato la correttezza del suo operato la ex presidente della Regione Umbria,.
“Sono stata sui giornali per quattro anni, si è parlato più di me che di Matteo Messina Denaro. Non potevo essere breve”. Ha concluso così la sua deposizione durata due ore.
Prima di lei, a parlare è stato Maurizio Valorosi, per la fine del controesame. L’ex direttore amministrativo del Santa Maria della Misericordia di Perugia, in uno dei filoni del processo, ha già patteggiato una condanna a due anni, pena sospesa, per rivelazione e falso.
L’udienza riprenderà il 3 aprile con il controesame dell’ex presidente Marini.