Ad aprile in Umbria si registra un andamento di -98% di vendite
La pandemia del coronavirus sta determinando conseguenze pesanti sulla domanda di auto nuove.
Il segno meno riguarda tutti i Paesi che finora hanno pubblicato i dati sulle immatricolazioni tramite i vari ministeri o le associazioni di categoria, e che qui raccogliamo per fornire un quadro della situazione. L’entità dei cali dipende solo da un fattore: i tempi dell’entrata in vigore delle misure di isolamento, il cosiddetto “lockdown” che ormai non risparmia nessuna area del Vecchio Continente.
È l’Italia ad aver registrato, a marzo, il peggior andamento. E questo non deve sorprendere, perché è stato il primo Paese in Europa a varare forti iniziative per contenere la diffusione del virus.
Qui ad oggi le immatricolazioni sono scese dell’85,4%, spingendo le associazioni di categoria a lanciare un allarme sull’impatto dell’emergenza sanitaria sull’intera filiera. Secondo l’Unrae, è a rischio la stessa sopravvivenza del settore auto in Italia, e in particolare del comparto della distribuzione.
A proposito, Ruggero Campi, presidente dell’Aci di Perugia e Umbria, in un’intervista rilasciata a La Nazione, dichiara: “A gennaio la situazione era normale, con un calo di immatricoolaizoni pari all’8,3% a Perugia e 6% a Terni. A marzo siamo passati ad un decremento medio dell’82%. La proiezione di aprile è addirittura su un -98%. Certo il mondo è fermo e i concessionari non fanno potuto consegnare i mezzi. Ma il settore, già in crisi, avrà contraccolpi pesantissimi”.
Il segno meno riguarda tutti i Paesi che finora hanno pubblicato i dati sulle immatricolazioni tramite i vari ministeri o le associazioni di categoria, e che qui raccogliamo per fornire un quadro della situazione. L’entità dei cali dipende solo da un fattore: i tempi dell’entrata in vigore delle misure di isolamento, il cosiddetto “lockdown” che ormai non risparmia nessuna area del Vecchio Continente.
È l’Italia ad aver registrato, a marzo, il peggior andamento. E questo non deve sorprendere, perché è stato il primo Paese in Europa a varare forti iniziative per contenere la diffusione del virus.
Qui ad oggi le immatricolazioni sono scese dell’85,4%, spingendo le associazioni di categoria a lanciare un allarme sull’impatto dell’emergenza sanitaria sull’intera filiera. Secondo l’Unrae, è a rischio la stessa sopravvivenza del settore auto in Italia, e in particolare del comparto della distribuzione.
A proposito, Ruggero Campi, presidente dell’Aci di Perugia e Umbria, in un’intervista rilasciata a La Nazione, dichiara: “A gennaio la situazione era normale, con un calo di immatricoolaizoni pari all’8,3% a Perugia e 6% a Terni. A marzo siamo passati ad un decremento medio dell’82%. La proiezione di aprile è addirittura su un -98%. Certo il mondo è fermo e i concessionari non fanno potuto consegnare i mezzi. Ma il settore, già in crisi, avrà contraccolpi pesantissimi”.