Le azioni della task force regionale per gestire i nuovi casi e i soggetti in isolamento
Dopo la conferenza stampa della Regione di ieri, il Commissario straordinario all’emergenza sanitaria, Antonio Onnis, è intervenuto stamattina durante un incontro con la stampa per affrontare il tema della gestione dell’emergenza Covid-19 e di come la task force regionale si stia muovendo per contrastare il rapido avanzamento dei contagi.
Anche i dati di oggi sono preoccupanti: sono stati registrati 407 nuovi casi su 4006 tamponi effettuati. I ricoveri sono passati a 193, di cui 22 pazienti in terapia intensiva, e si sono registrati 2 nuovi decessi per un totale di 97 deceduti dall’inizio della pandemia.
Le persone che si trovano in isolamento sono in totale 4541, con una variazione percentuale dell’11,52% rispetto al 15 ottobre. Gli attualmente positivi nel territorio umbro ammontano a 3275 unità, con una variazione percentuale rispetto al 15 ottobre del 79,75%.
L’incontro si è concentrato sulla prevenzione e la gestione dell’emergenza al di fuori delle strutture ospedaliere e sul sistema di contact tracing e screening dei contatti.
Le priorità che si è posta la task force regionale sono prima di tutto il blocco della diffusione del virus, a cui concorrono specifiche ordinanze. Altri obiettivi fondamentali sono l’attivazione di meccanismi di comunicazione specifica, sia interna che esterna, e la definizione di una nuova strategia di testing che permetta una diagnosi in tempi rapidi dei casi sintomatici. Attenzione particolare viene poi riservata alle RSA e agli ospedali, per i quali l’obiettivo è quello di prevenire la diffusione del contagio tramite uno screening periodico di tutti gli operatori sanitari.
Antonio Onnis ha poi parlato di una problematica non di poco conto che riguarda l’immaginario collettivo, secondo il quale molto spesso i tamponi sono uno strumento risolutivo anziché semplicemente diagnostico da usare in maniera appropriata. Può sempre capitare infatti, aggiunge il Commissario, che l’esito negativo di un test sierologico o tampone sia in realtà una falsa sicurezza perché si potrebbe aver contratto comunque il virus, non ancora rilevabile dal test se effettuato in tempi troppo vicini ad un eventuale contatto.
Il Commissario Onnis presenta poi due diverse tipologie di percorso da seguire per gestire casi sospetti e positivi asintomatici. Nel primo caso, una persona con sintomi che non è entrato tuttavia in contatto con nessun positivo, viene messo in isolamento fiduciario, che diventa automaticamente contumaciale (e quindi obbligatorio) nel caso in cui il tampone abbia esito positivo. Inizia in questo caso la conseguente attività di tracing dei contatti e il soggetto deve obbligatoriamente restare in isolamento per almeno 10 giorni dall’inizio dei sintomi e dopo almeno 3 giorni senza sintomi.
Se le condizioni per l’isolamento contumaciale non sono adeguate, verrà stabilita una sede più opportuna in strutture adeguate.
Nel caso in cui invece il risultato del test sia negativo, il soggetto viene considerato libero.
Per quanto riguarda i casi positivi asintomatici, questi vengono individuati tramite apposite verifiche e una specifica attività di screening, come quella effettuata, ad esempio, presso gli aeroporti nei confronti di chi arriva dai paesi individuati dai provvedimenti ministeriali, tra cui Spagna, Belgio e Albania.
Il caso viene messo in isolamento per la durata di 10 giorni dal momento in cui la positività è stata riscontrata. Passato questo lasso di tempo, se non compaiono nel frattempo sintomi, si effettua un nuovo tampone, il cui esito positivo determina il proseguimento dell’isolamento fino a 21 giorni, dopo i quali il soggetto si considera libero.
L’evoluzione dei contagi sta rapidamente crescendo in tutta Italia, precisa Onnis, ed è quindi necessaria la collaborazione di tutti, comunità e forze sul territorio, per fronteggiare l’emergenza in maniera efficace.