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Doping nelle palestre, altre quattro persone entrano nell’inchiesta di Perugia

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Immagine di Drazen Zigic su Freepik

Ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze, ricettazione e tentata estorsione

L’inchiesta sui presunti casi di ricettazione e commercio illecito di anabolizzanti e farmaci ad azione stupefacente destinati ad atleti di bodybuilding si allarga.

Dalla Procura di Perugia c’è l’avviso di conclusione delle indagini preliminari su altre quattro persone, frequentatori di palestre, ritenute responsabili a vario titolo dei reati di utilizzo o somministrazione di farmaci o di altre sostanze al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti, ricettazione e tentata estorsione.

Secondo a quanto si legge nelle carte del pubblico ministero due indagati in concorso con l’eugubino finito agli arresti domiciliari nel novembre scorso «acquistavano e trasportavano a Perugia farmaci e sostanze idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo, al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti» attraverso «canali diversi dalle farmacie».

Dalle indagini è emerso che il principale imputato aveva ordinato un carico di diecimila euro di sostanze dopanti al proprio fornitore bulgaro.

L’indagato deve, inoltre, difendersi dall’accusa di ricettazione avendo ricevuto «un quantitativo di Oxandrolone, sostanza steroide anabolizzante»; e sempre di ricettazione si parla in relazione all’acquisto di una confezione di Proviron da parte di un altro indagato, al quale sono state sequestrate nella sua abitazione di Corciano «un flacone di Primobol» e una confezione di «Human resorces masteron», sostanze simili a quelle rinvenute nelle abitazioni di Foligno e Magione ad altri due indagati.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Luca Valigi, Luca Maori, Rossano Monacelli, Cristina Rastelli e Carla Ragna.