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Festival delle Nazioni, martedì 27 agosto in scena l’Americantiga Ensemble

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Americantiga Ensemble

Dal barocco al ‘900, con il celebre gruppo si entra nel vivo della musica e della cultura portoghese

Martedì 27 agosto, l’Americantiga Ensemble, al suo debutto italiano al Festival delle Nazioni, sarà di scena nella Chiesa di San Domenico (ore 21) e interpreterà un concerto dal suggestivo titolo Lagrimas de saudade, con musiche di Pedro Lopes Nogueira, Giovanni Antonio Bononcini, Domenico Scarlatti, Jose Forlivesi, José Maurício, Pedro António Avondano, José Totti, Marcos Portugal e autori anonimi portoghesi del XVII e XVIII secolo.

Fondato nel 1995 da Ricardo Bernardes, direttore e clavicembalista, l’Americantiga è una formazione specializzata in musica portoghese, brasiliana, ispano-americana e italiana e i suoi musicisti suonano su strumenti d’epoca seguendo la prassi esecutiva della tradizione storica di appartenenza delle pagine di volta in volta interpretate. Il concerto inoltre, vedrà la presenza del soprano Luanda Siqueira e del contralto Rita Filipe.

“Il periodo barocco nella musica portoghese – spiega Aldo Sisillo, direttore Artistico del Festival – è caratterizzato da una ricca diversità di stili e molteplici influenze delle correnti musicali europee dell’epoca. La musica sacra ha avuto un ruolo significativo durante i secoli XVII e XVIII con importanti compositori come Estêvão Lopes Morago e Marcos Portugal che hanno scritto messe, mottetti e altre opere religiose. La musica profana, invece, si è sviluppata con la creazione di opere teatrali musicali e canzoni popolari. Per entrambi i generi è evidente in questi secoli la presenza di influssi spagnoli e italiani. La dominazione spagnola ha portato alla diffusione di stili come la zarzuela e la musica polifonica e l’influenza italiana è stata particolarmente forte, grazie alla presenza di compositori, esecutori e teorici musicali italiani. Lisbona è stata il centro di produzione più importante coi suoi teatri musicali, chiese e cappelle in cui avveniva la creazione e l’esecuzione di opere musicali di vario genere. L’ingaggio di cantanti italiani da parte della Corona portoghese durante la seconda metà del XVIII secolo – continua Sisillo – era finalizzato all’esecuzione di opere, anche se la corte portoghese rimase fedele al carattere spettacolare del cerimoniale religioso come strategia dominante per la rappresentazione dell’opera. La maggior parte dei 140 cantanti italiani impiegati dalla monarchia portoghese in questo periodo, intraprese una carriera in ambito sacro presso la Cappella Reale e nella vasta rete di chiese e conventi di Lisbona.

I cantanti italiani, tra cui molti castrati, provenivano da Napoli, Roma, Bologna, Genova e costituivano un gruppo professionale particolarmente apprezzato.

Tra gli autori italiani che più hanno interagito con la produzione musicale portoghese – senza tralasciare l’impronta significativa lasciata dalla musica di Antonio Vivaldi – sono da citare: Domenico Scarlatti (1685-1757), che fu nominato maestro di cappella reale a Lisbona nel 1719, anche se la sua carriera è stata principalmente legata alla Spagna; Alessandro Scarlatti (1660-1725) (anche se non è documentato che abbia trascorso molto tempo in Portogallo); Giovanni Battista Bassani (c. 1650-1716) compositore e violinista italiano che lavorò in diverse città europee, inclusa Lisbona; Francesco Gasparini (1668-1727) compositore e insegnante.

Il progetto LÁGRIMAS DE SAUDADE dell’AMERICANTIGA ENSEMBLE – conclude Sisillo – presenterà alcuni brani dei musicisti più rappresentativi del fecondo periodo corrispondente all’epoca dello splendore dell’impero (XVII-XVIII secolo), con una compagine di due voci, chitarra barocca, violini, violoncello e clavicembalo”.