Home Senza categoria Gli Amici della musica aprono al Morlacchi con l’Ottetto di Schubert

Gli Amici della musica aprono al Morlacchi con l’Ottetto di Schubert

0

Otto giovani musicisti dell’intero scacchiere europeo si sono posizionati sulla tolda del teatro Morlacchi, fresco di rinnovo e croccante di sonorità

di Stefano Ragni – Migliore formula non si poteva trovare per una serata inaugurale di una associazione che fa della musica da camera il suo repertorio di elezione. Ai molti soci che desideravano il ripristino degli appuntamenti è stato offerto quello che forse è uno dei vertici del repertorio, l’Ottetto di Schubert, una piccola nave ammiraglia del camerismo romantico.
Otto giovani musicisti dell’intero scacchiere europeo si sono posizionati sulla tolda del teatro Morlacchi, fresco di rinnovo e croccante di sonorità: la capitanava la giovane Lorenza Borrani, la violinista fiesolana che suona agli Amici della musica sin dalla più tenera età. Un ritorno graditissimo che conferma le parola con cui la presidente Anna Calabro apriva la serata: l’associazione persegue da sempre il bene comune e ha a cuore l’incremento di civiltà e di umanità. Non potrebbe essere diversamente per una sodalizio che nacque quasi ottanta anni fa nell’aula magna di palazzo Gallenga, avendo tra i suoi padri fondatori Aldo Capitini e Francesco Siciliani. E allora si parlava di entrare nell’alveo della libertà e della democrazia della neonata Repubblica. Il grande affresco scelto da Enrico Bronzi per aprire la sua ulteriore stagione di direzione artistica è molto congeniale dalla cultura da cui proviene il musicista parmense: alcuni dei giovani strumentisti provengono dai ranghi del Mozarteum di Salisburgo, altri sono della Mozart di Claudio Abbado, e su tutti alita il profumo della Fiesole di Piero Farulli. Il meglio di quanto si possa progettare in quella porzione di penisola in cui si pensa in idioma Mitteleuropeo.

E gli Amici della Musica, proprio per la fisionomia formativa della dama fondatrice, donna Alba Buitoni, questa linfa ce l’hanno nel sangue. Schubert dunque, per un’ora ininterrotta di musica. Andrew Starling, nel suo programma di sala ci spiega ogni angolo di partitura e gli strumentisti scalpitano per suonarla, prendendo anche qualche tacca di metronomo di troppo. Il virtuosismo di Lorenza, chiaramente percettibile nel suo ruolo svettante, ha trovata nel nucleo degli archi, Maia Cabeza, Nepomuk Braun e il tellurico contrabbassista Jon Mikel Martinez Valganon il sottofonda sa cui far scaturire una intensa timbrica dinamicamente fluttuante. Ma si sa che l’Ottetto ha per cuore pulsante il trio dei fiati. Ed ecco allora la clarinettista Miriam Caldarini, mantovana, con diploma a Parma e studi Fiesolani, adagiare la liquidità del suo clarinetto sui riverberi del fagotto di Michele Fattori e sullo squillo caldo del corno di Johannes Hinternholzer, un vero specialista di luci e ombre. Per l’ora di godimenti che i ragazzi ci hanno offerto non c’era prezzo, e la risposta del pubblico è stata entusiasmante, tanto da ricevere in risposta un altro piccolo Schubert, un Minuetto in trascrizione.

Ora, avanti a tutta con gli appuntamenti di ottobre, Trio Johannes e Mikail Pletnev, il superpianista impegnato in un mosaico Brahms-Dvorak, musicisti molto legati tra loro. Ma non ci sono solo i livelli qualitativi assoluti, ci ricordava la presidente Calabro: c’è la musica per le carceri quella per gli anziani, la formula dei concerti per i bambini, lo spazio per la contemporanea con Marco Momi. E soprattutto ci sono i collaboratori, quelli che lavorano alla preparazione degli appuntamenti: Giorgia Spapperi , Ada Antognelli, Maddalena Grasso, Giacomo Mattiacci e l’albionico Andrew Starling che ci ricorda le origini britanniche degli Amici della Musica. Che nacquero proprio alla Università per Stranieri occupata dalla Army School of Education del colonnello Vaughn. E questa è storia narrata.