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Il raid nel ristorante di San Feliciano è stato frutto di un agguato premeditato

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Le indagini in corso portano ad una faida della gelosia: spedizione per uccidere i due ristoratori

Si sta cercando di fare piena luce sul raid omicida che solo per poco non si è trasformato in strage a San Feliciano di Magione.
Al momento ci sono due persone che versano in gravi condizioni, per le quali il pericolo di morte non è del tutto scongiurato.
La storia è quella del doppio accoltellamento di due fratelli titolari della pizzeria Il Cainone, aggrediti e ridotti quasi in fin di vita dai fendenti inferti da due egiziani nella tarda serata di martedì scorso.
Le indagini in corso stanno definendo nei dettagli l’accaduto.
I due aggressori facevano parte di una specie di un commando nel quale si trovava un altro uomo e una donna, attuale compagna di uno dei due fratelli pizzaioli ed ex moglie di uno degli aggrediti e ridotti in fin di vita.

Dunque, quello che sta emergendo dalle indagini condotte dai carabinieri di Città della Pieve, diretti dal capitano Luca Battistella, in stretto coordinamento con i colleghi del reparto operativo di Perugia (diretti dal tenente colonnello Maurizio Laurito) e con la Procura della Repubblica, è che era stato tutto premeditato e che gli aggressori sarebbero partiti con le intenzioni di uccidere o comunque chiudere una volta per tutte la partita con l’ex compagno della donna che era con loro, e inevitabilmente con il fratello.

A dare forza a questa ipotesi investigativa è il fatto che gli aggressori sono entrati armati nel locale e hanno subito iniziato a colpire i due fratelli. E chissà cosa sarebbe potuto succedere se la madre e la sorella dei due aggrediti non fossero riuscite, intervenendo tempestivamente, a disarmare uno dei tre aggressori. Le due donne sono rimaste ferite, la più giovane pare alla mano nel tentativo di difendere la madre.

 E in tutto questo ecco emergere la ex moglie di uno degli aggrediti e compagna di uno degli aggressori, potrebbe aver avuto anche un ruolo attivo nel ferimento delle quattro persone, intervenendo per tenere fermo l’ex marito. Per tutta questa serie di motivi, la sua posizione è al vaglio dei carabinieri e della Procura che stanno svolgendo tutti gli accertamenti del caso.