Nota del segretario della Lega Umbria Riccardo Augusto Marchetti
“Sul nodo di Perugia il campo largo si spacca – esordisce il Segretario della Lega Umbria, On. Riccardo Augusto Marchetti – a quanto pare il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, durante la sua visita in Umbria, ha evitato di rispondere alle domande dei cronisti sull’opera infrastrutturale sulla quale i grillini, partito del ‘no’ a tutti i costi, avevano già manifestato contrarietà”.
“Una posizione scomoda rispetto agli alleati del PD – prosegue Marchetti -, divisi al loro interno tra chi in passato l’ha appoggiata e a cercato di realizzarla, seppur senza successo, chi ancora vorrebbe vederla compiuta e chi, curando più gli interessi politici che quelli della propria comunità, spera che il centrodestra non riesca a portare a compimento il progetto. Poco chiara anche la posizione della candidata a sindaco della sinistra Ferdinandi. È ormai evidente e insanabile la profonda spaccatura che regna nel campo largo, dove si tenta di celare le opinioni contrastanti nel tentativo di non turbare i già fragili equilibri della coalizione”.
“Come Lega – sottolinea Marchetti – riteniamo fondamentale per lo sviluppo di Perugia e dell’intera regione la realizzazione del Nodo e ci siamo già attivati presso il ministro Salvini affinché quest’opera, auspicata dalla maggioranza dei cittadini e dalle realtà economiche, venga realizzata. Le divergenze della sinistra in merito al Nodo di Perugia sono la conferma che la loro alleanza sia unicamente fondata sulla volontà di battere il centrodestra, non certo su una visione comune di città”.
“Il Centrodestra è una realtà collaudata, strutturata e unita e dà prova di buongoverno da oltre vent’anni a tutti i livelli istituzionali, mentre Pd e 5Stelle condividono ben poco eccetto la brama di tornare a governare il Capoluogo senza un briciolo di progettualità, tanto che ormai faticano a nascondere le loro visioni diametralmente opposte su temi cruciali come le infrastrutture. La loro vittoria alle elezioni amministrative trascinerebbe Perugia nel baratro della paralisi amministrativa e dell’immobilismo: i perugini ne sono consapevoli e non lo permetteranno”, conclude Marchetti.