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Intervista a Massimo Sepiacci, presidente Umbria Top Wines, sul futuro del vino umbro

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Il settore vinicolo sta attraversando un momento difficile a causa dei molteplici rincari delle materie prime, ma la qualità resta buona

di Luigi Piccolo – Umbria Top Wines, la più grande società cooperativa del vino umbro, raggruppa il maggior numero di realtà vitivinicole regionali (attualmente può contare su 109 soci produttori e associazioni consortili e include cantine che producono vini Docg, Doc e Igt, che si estendono nell’area di Montefalco, passando per il Trasimeno, fino ai territori di Orvieto e Torgiano) ed organizza la partecipazione ai più importanti eventi fieristici nazionali ed internazionali, con l’obiettivo di fare ancora più grande l’Umbria del vino e le eccellenze enologiche che la contraddistinguono nel mondo.
Il settore vinicolo sta attraversando un momento difficile a causa dei molteplici rincari dell’uva.
A Massimo Sepiacci, presidente di Umbria Top Wines, abbiamo rivolto alcune domande per delineare il quadro attuale di questa realtà straordinaria dell’enologia umbra e per capire quali sono le prospettive e i progetti futuri della cooperativa.

Presidente qual è la situazione del vino umbro a fronte dell’aumento dei costi delle materie prime?
“Non c’è dubbio che l’aumento dei prezzi di tutte le materie prime sta incidendo sui costi di produzione. A questa penalizzazione in più va associato il fatto che i vigneti hanno subito malattie come la peronospora che ha colpito soprattutto a maggio e a giugno, e gli effetti negativi legati al cambiamento climatico.
Purtroppo si è registrata una minore produzione in tutto il Centro-Sud, con il prezzo dell’uva che ha avuto delle impennate e che ovviamente si ripercuote sui costi di produzione e sul prezzo finale del prodotto”.

Come inciderà tutto questo sul futuro dei mercati nazionali e internazionali?
“Umbria Top Wines è nata con l’intento di promuovere il vino umbro nei mercati nazionali e soprattutto internazionali. Lo stiamo facendo da quindici anni. In questo momento l’andamento dell’export non è un granché, e dunque i primi dati che stanno arrivando non sono positivi. Si registra un decremento della domanda da un po’ tutti i paesi maggiori importatori.

Quali sono i progetti di Umbria Top Wine?
“Noi continueremo a partecipare alle fiere classiche. Il programma lo stiamo facendo adesso per il 2024. Per questo 2023 è in programma un’ultima fiera a Copenaghen.
A Parigi a febbraio, poi a Dusseldorf e poi il Vinitaly ad aprile. In ballo alcune altre fiere in Europa.
Poi nell’Ocm che stiamo predisponendo (strumento finanziario della Comunità Europea che dà contributi per promuovere i nostri vini nei mercati extraeuropei) ci orientiamo sugli Stati Uniti, perché è il maggior mercato per il vino italiano, e infine sulla Cina.

Cosa dire invece della qualità del vino in questa annata?
“Si può affermare che a fronte di una produzione ridotta, la qualità sarà decisamente buona”.

In Italia stanno nascendo i Distretti del Vino, cosa sono e a cosa servono?
“Noi abbiamo avuto l’opportunità collaborando con la Regione Umbria di creare il distretto del vino regionale, uno dei primi in Italia. È pronto, è operativo e stiamo aspettando l’uscita dei bandi. Ne stanno nascendo anche in altre regioni d’Italia.
Abbiamo abbracciato questa dimensione regionale per promuovere il vino, perché riteniamo che questo straordinario prodotto meriti di essere sempre più conosciuto nel mondo. Certi del fatto che il vino può essere anche considerato un volano importante per far conoscere l’Umbria”.

La Regione Umbria ha adottato dei provvedimenti a sostegno del settore. Che ne pensa?
“Sì, la Regione integrerà di un dieci per cento la misura Ocm investimenti e poi ha adottato i nuovi prezzari per la riconversione e ristrutturazione dei vigneti, visto che quelli di prima erano fermi a qualche anno fa e non coprivano i costi. Il contributo che viene dato è ora adeguato ai prezzi attuali.
Una cosa che noi auspichiamo è quella di aprire un dialogo con le banche soprattutto per venire incontro a chi ha visto esplodere tassi e rimborsi sui prestiti al fine di concordare una moratoria sulle prossime rate in scadenza. Facciamo un appello alle istituzioni affinché contribuiscano ad aprire un dialogo con le banche stesse”.
Francesco Castellini