Home Opinioni La difesa dell’ambiente è dovere primario d’ogni cittadino

La difesa dell’ambiente è dovere primario d’ogni cittadino

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Immagine di freepik

Per arrivare all’economia circolare occorre una corretta raccolta differenziata

di Adriano Marinensi

Se della raccolta differenziata (del recupero e riciclo) dei rifiuti parlassimo un giorno si e l’altro pure, sono convinto, faremmo azione meritoria. Perché, è cosa buona e giusta e fonte di saggezza, tenere viva l’attenzione dei cittadini nei confronti di un problema di rilevante importanza, alla cui soluzione si legano diversi aspetti dell’esistenza quotidiana (un po’ imbarbarita). Recuperare parte degli scarti, altrimenti destinati alla distruzione oppure, ancora peggio, all’abbandono sul territorio, costituisce un dogma sociale da rispettare con pieno senso di responsabilità.

L’ambiente è stato già abbastanza preso a calci, per esempio, quando vigeva la pratica del consumismo e dell’usa e getta che ha contribuito a trasformare alcune zone del Pianeta in una irreversibile pattumiera. Il cruccio va al mare dentro il quale, nei decenni scorsi, abbiamo riversato tonnellate di rifiuti (compresi quelli tossici e nocivi), alterando gli equilibri naturali e persino la catena alimentare che ci fornisce parte del sostentamento. E’ stato favorito il profitto di un meccanismo produttivo poco rispettoso della natura, a danno dell’interesse generale delle comunità.

La strada del consuma, consuma era sbagliata e ne abbiamo preso coscienza. Ora bisogna ampliare i comportamenti virtuosi. Il corretto funzionamento della raccolta differenziata che permette il riutilizzo della componente viva degli scarti domestici, rappresenta una via maestra da percorrere con convinzione e senso del dovere. Senza dimenticare il recupero di beni attraverso gesti di umana solidarietà.

Raccolta corretta, in modo da consentire appieno il processo tecnico successivo, ormai fase propedeutica dell’economia circolare, che non è una utopia, quanto invece uno degli obiettivi primari della sanità ambientale. Significa anche lotta agli sprechi, recupero di ricchezza, valorizzazione del metodo positivo che attenua l’uso incondizionato delle risorse esauribili. Raccontare spesso queste ed altre buone novelle non è esercizio dialettico seccaginoso: serve a consolidare coscienze civili costruttrici di presidi in difesa del creato e delle future generazioni.

Pensiero errabondo

Ritengo che l’antisemitismo sia uno degli scandali morali che umiliano la dignità dell’uomo. Scandalo riprovevole, da addebitare a cervelli microcefali e abietti movimenti di pensiero. Perciò, mi sono trovato dalla parte degli ebrei, senza se e senza ma, nella nefanda occasione dell’assalto terroristico di Hamas, il 7 ottobre dell’anno scorso. Con la conseguente approvazione del diritto di risposta. Però, alla data odierna e visto dove sono andate a parare le vicende a Gaza, un paio di osservazioni sembrano ineludibili.

La prima: E’ possibile che il Capo di stato israeliano, avente a disposizione un Servizio segreto tra i più efficienti al mondo, non abbia avuto informazione dei preparativi d’assalto in atto da mesi nel territorio confinante? Seconda osservazione: Vista la cruenta controffensiva e alla insensibilità ai richiami pacifisti provenienti da numerosi Paesi, è presumibile l’obiettivo di operare una rappresaglia di sterminio in contravvenzione ai principi etici e umanitari, oltre al diritto internazionale. Viste le violenze mortali subite dalla popolazione civile palestinese, qualche ripensamento diventa doveroso.

Pensiero telegrafico

Nel 2024, si festeggiano gli intramontabili 70 anni del rapporto d’amore tra gli italiani e la televisione. Ha avuto inizio nel gennaio 1954 a cura della RAI (che quando era URI, nel 1924, aveva avviato le trasmissioni della radio). Un fenomeno travolgente la T. V. tanto da poter dire (con ironia) che l’Unità d’Italia non l’hanno fatta Cavour e Garibaldi, ma s’è realizzata intorno al piccolo schermo. Al limite della teledipendenza.

In casa mia, nel 2024, si festeggia un altro rapporto degli affetti tra me e mia moglie, nato nello stesso 1954, quindi gemello della televisione italiana. Prima 7 anni di fidanzamento (Università e servizio militare), poi 63 di matrimonio. Trascorsi, come disse il Prete all’altare quel giorno fatidico, “nella buona e nella cattiva sorte”. A pensarci bene, la cattiva sorte non c’è stata. Ci sono stati invece due (ottimi) figli e due (gagliardi) nipoti. Ora speriamo ci sia tempo per veder nascere qualche ulteriore vita nuova. Dicono che anche i pronipoti siano la gioia dei nonni. Per questa privata settantennale esperienza, sono graditi auguri e rallegramenti.