La tragedia è avvenuta dopo mesi di tentativi di trovare un posto libero in una comunità terapeutica in cui un giudice lo aveva mandato
Vincenzo Pugliese è morto a meno di 22 anni il 9 giugno scorso, vittima di un mix di psicofarmaci e metadone, sotto casa a San Sisto, l’ultima dose comprata a Fontivegge.
La tragedia, come riporta Il Messaggero, è avvenuta dopo mesi di tentativi di trovare un posto libero in una comunità terapeutica in cui un giudice lo aveva mandato e persino i carabinieri lo sapevano in cura.
Ucciso invece dalla sua stessa dipendenza, ma annientato anche dai ritardi del sistema che avrebbe dovuto salvarlo. Ne è convinta la madre Antonella Scelzo, che da giugno scorso ne piange la morte e che ora ha denunciato il sistema colpevole secondo lei di aver abbandonato il figlio a se stesso e ai suoi impulsi.
Da qui le quattordici pagine fitte fitte sugli ultimi anni di vita di Vincenzo raccontati nell’esposto consegnato al procuratore capo Raffaele Cantone.
Mamma Antonella parla di «gravi omissioni», mette in fila nomi e passaggi, ma la sua denuncia al momento è contro ignoti. Se, oltre al dolore di una madre, ci saranno anche ipotesi di reato saranno adesso gli accertamenti disposti dalla Procura a evidenziarlo.