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L’Agenzia Umbria Ricerche conferma la crisi demografica in Umbria

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Immagine di Freepik

In 20 anni risultano persi ventimila lavoratori

Il calo demografico sta svuotando il mondo del lavoro: si stima che nel 2050 saranno oltre 4 milioni i lavoratori in meno in Italia.
Sono questi gli effetti negativi dell’andamento demografico sull’occupazione, tanto da preannunciare un aggravamento costante della crisi dell’offerta di lavoro anche in Umbria, dove la popolazione sta diminuendo e invecchiando, incidendo negativamente su un inadeguato ricambio generazionale di persone in età attiva, ovvero quelle deputate alla produzione per il mercato e al sostegno economico di tutta la popolazione. La crescente domanda di welfare, combinata a un potenziale produttivo indebolito da una contrazione della base lavorativa, determina seri rischi di sostenibilità sociale ed economica.

Come rivela uno studio di Aur (Agenzia Umbria Ricerche) la variabile comunemente utilizzata per sintetizzare la forza economica di un sistema locale (il Pil pro capite) risulta dal prodotto di tre componenti:
° la produttività del lavoro
° la quota di occupati sulle persone in età attiva (una proxy del tasso di occupazione)
° la quota delle persone da15 a 64 anni sulla popolazione totale.

Partendo da questa relazione risulta che in 20 anni risultano persi almeno 20mila lavoratori.
Un’analisi storica degli ultimi tre decenni che può farci comprendere come il fattore demografico abbia già cominciato a influenzare negativamente il livello del Pil dell’Umbria.