Intensa attività sul territorio da parte dei Carabinieri di Terni
Nel corso della settimana appena trascorsa i Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Terni, in collaborazione con i militari del Comando Provinciale, a conclusione di una costante ed articolata attività ispettiva negli ambiti del contrasto al “lavoro nero”, al “lavoro irregolare” ed alla “sicurezza sui luoghi di lavoro”, concentrata questa volta alle attività imprenditoriali di “acconciature e barber shop” gestiti da persone extracomunitarie di origine africana.
Gli agenti hanno deferito in stato di libertà alla locale Procura della Repubblica il titolare di un negozio per gravi mancanze relative alla sicurezza sui luoghi di lavoro e per lo scorretto utilizzo di impianto di videosorveglianza poiché senza la prescritta autorizzazione, disponendo contemporaneamente il provvedimento amministrativo della “sospensione dell’attività imprenditoriale” per le gravi violazioni contestate in materia di sicurezza sul lavoro. In questo caso, oltre alla denuncia a piede libero del titolare, sono state elevate sanzioni amministrative ed ammende per complessivi 10.000 euro.
I militari hanno inoltre proceduto a controllare alcune attività di ristorazione etnica\asiatica, anche in questo caso i Carabinieri hanno provveduto a deferire in stato di libertà alla competente Procura della Repubblica il titolare di una delle citate attività per gravi mancanze relative alla “sicurezza sui luoghi di lavoro”, per la presenza di un lavoratore irregolare – quindi “in nero” – e per l’utilizzo scorretto di impianto di videosorveglianza poiché privo della prescritta autorizzazione. Anche in questo caso sono state elevate sanzioni amministrative ed ammende per complessivi 5.000 euro.
Sono infine stati effettuati controlli presso una ditta agricola dell’orvietano, gestita da italiani, che portavano a scoprire la presenza di un lavoratore extracomunitario, irregolare sul territorio italiano quindi “in nero”; per tale ragione il titolare della impresa è stato denunciato a piede libero alla competente Procura della Repubblica e sanzionato per un importo pari a 5.000 euro.