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Le opere di Docchia in mostra a Monte del Lago al “Festival delle Corrispondenze”

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Al ricco programma va infatti ad aggiungersi una mostra d’arte straordinaria, che vede Alessandro Angeli protagonista

Tutto pronto a Monte del Lago per accogliere la tredicesima edizione del “Festival delle Corrispondenze”, kermesse che prende vita – tra letteratura, filosofia, giornalismo, spettacoli, musica, letture ad alta voce e arte varia – durante il primo fine settimana di settembre, in uno dei borghi più caratteristici del Trasimeno, nel Comune di Magione.

La cinque giorni che si svolge da mercoledì 4, fino a domenica 8, con un’anteprima il primo settembre a Villa Colle del Cardinale (Perugia), sarà dunque ancora una volta un’occasione unica per visitare questo angolo di paradiso della zona lacustre e per immergersi nel ricco programma che anche quest’anno caratterizza la manifestazione e che propone oltre 30 appuntamenti, tutti a ingresso gratuito, tra reading, seminari, tavole rotonde, presentazioni di libri, spettacoli teatrali, lezioni e approfondimenti.

Obiettivo primario del festival, in linea con il premio letterario nazionale dedicato alla poetessa Vittoria Aganoor Pompilj da cui trae origine, è raccontare, attraverso il fascino intimo e discreto della corrispondenza epistolare, le vite, le emozioni e il contesto storico-sociale di scrittori, artisti, intellettuali.

Protagoniste sono le parole, attraverso le quali, dalle lettere e dai carteggi scelti, emergono non solo le vicende biografiche degli autori, ma anche le sensazioni vissute in prima persona che vengono condivise, a loro volta, con il pubblico.

A tutto ciò si unisce un insieme di collaborazioni di rilievo con ospiti che donano prestigio al festival, confermandolo, di anno in anno, come uno degli eventi di spicco del cuore verde d’Italia, per originalità e qualità della divulgazione.

Ma quest’anno il Festival delle Corrispondenze volge anche lo sguardo alla comunicazione più intima, diretta e contemporanea, legata all’arte della pittura.

Alessandro Angeli, in arte Docchia

Al ricco programma va infatti ad aggiungersi una mostra d’arte straordinaria, che vede Alessandro Angeli, in arte “Docchia” protagonista.
Docchia a Monte del Lago durante la Zuurla, dal 4 all’8 settembre, in via del Calcinaro, mette in risalto le sue magnifiche opere. Quadri e dipinti, in compagnia delle sue splendide sculture, che si potranno ammirare durante il percorso che porta agli eventi di richiamo.

Casa in via del Calcinaro a Monte del Lago

E così, tutti potranno apprezzare da vicino l’arte sincera e vera che sfida il tempo di Alessandro Angeli. Sì, perché al cospetto dei suoi capolavori ci si sente osservati, ci si ritrova all’improvviso immersi in un mondo fantastico, fuori dallo spazio e dal tempo, dove tracce di vita, segni minimali, immagini essenziali e sintetiche, direttamente catapultate dai meandri della mente del suo creatore, ammiccano e fanno bella mostra di sé, fino a “confondere “liberare” e far sorridere la mente.

Questo il motivo per cui Docchia è stato giustamente definito “un ricercatore di attimi indelebili”, e dunque capace come pochi di fermare il tempo e di saper cogliere e riportare nell’attualità del gesto e del momento, quegli elementi essenziali che riescono a fermare nella loro staticità e unidimensionalità un equilibrio e un movimento perpetuo.

Non a caso in ogni suo dipinto si legge, tra linee e macchie di colore, una trama comune, sintesi perfetta dell’eterna sfida fra l’alternarsi di luce e ombre. E le sue sculture, non a caso, sembrano animate.

Alessandro Angeli, in arte Docchia

Le opere di Docchia sono per questo dei capolavori esemplari, grazie proprio a questa sua abilità di riportarci alla unicità e alla sacralità di quel “prodotto” umano che per “esistere” ha bisogno di interfacciarsi con il suo interlocutore.

Docchia ci rammenta che ciò che conta è l’essenza, è l’anima delle cose, che non muore mai.

Una “scuola” la sua, un modo di rappresentare la vita, che annovera fra i suoi coautori gente come Wassily Kandinsky, Paul Klee, Paul Gauguin, Paul Cézanne, Pablo Picasso; primi della classe a manifestare l’esigenza di esprimere l’energia emotiva, superando definitivamente la dimensione prospettica del tempo, in una modalità eternamente espressionista della pittura.

“I graffiti di Docchia” – così sono stati definiti dalla critica – sono molto semplici ad una prima occhiata, caratterizzati da uno stile immediato, ispirato dal disegno istintivo, incontaminato e atavico, capaci come pochi di mettere in rilievo un universo parallelo da prediligere e contrapporre a quello reale, dando vita ad una forma vera, tridimensionale, alle sue creature fantastiche. Con questo spirito “creativo” nascono le sue splendide opere pittoriche e scultoree.

“Figure” e “presenze” reali, che possono essere toccate, accarezzate, che sembrano a tal punto “vive” che con la loro presenza al fianco non ti senti mai solo.