Per Vinagli si tratta di «un uomo mai indagato, psicopatico, dell’Umbria, residente nella zona del Trasimeno e operaio della Perugina, morto nel 1999
Vincenzo Vinagli, autore di una personale indagine, sabato 8 giugno, alle 11.30, in piazza San Jacopo ad Arezzo, ospite di Associazione cultura nazionale, ha pubblicamente sostenuto di «non essere stato ascoltato in modo adeguato dagli investigatori che riguardo al caso cosiddetto del “Mostro di Firenze” hanno preferito seguire altre piste che non hanno chiarito la vicenda».
In tale occasione Vinagli ha fatto il nome di colui che a suo dire sarebbe il vero autore dei delitti delle coppie.
Vinagli, di Cortona, ebbe modo di conoscerlo e in base ad una serie di elementi sostiene questa tesi, offerta anche agli inquirenti nel 1994, ma che non ha avuto sviluppi.
Per Vinagli si tratta di «un uomo mai indagato, psicopatico, dell’Umbria, residente nella zona del Trasimeno e operaio della Perugina, morto nel 1999».
Autore di un libro, già in passato Vinagli ha esposto il suo pensiero e adesso si spinge oltre con l’intento di svelare l’identità della persona, nata nella seconda metà degli anni Trenta, in provincia di Perugia, che avrebbe fatto il pendolare con i luoghi dei fatti di sangue.
“Odiava la donne – dice – aveva una malformazione, deteneva una pistola, si ispirava a libri gialli”.