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L’Umbria prima nel Centro Italia con oltre il 40% di imprese manifatturiere coesive sul totale

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Giorgio Mencaroni

A Marco Caprai assegnato il prestigioso riconoscimento “Coesione è Competizione”, Aboca inserita tra le 14 aziende altamente coesive

Presentato, durante il Seminario estivo di Fondazione Symbola, il report dal titolo “Coesione è competizione” curato da Fondazione Symbola, Intesa Sanpaolo e Unioncamere in collaborazione con Aiccon, Ipsos e Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne. Nel 2024 le imprese coesive contano su previsioni più positive rispetto a quelle non coesive: il 34% prevede aumenti di fatturato (contro il 25% delle altre imprese); il 25% ha in programma nuove assunzioni (contro il 16%); il 27% si attende un aumento dell’export (contro il 21%). E nelle realtà più coesive più coesive il valore aggiunto pro-capite è di 34mila euro (contro 26mila delle altre).

La dichiarazione:
Giorgio Mencaroni, Presidente della Camera di Commercio dell’Umbria: “È indubbio che una forte presenza di imprese coesive, ossia attente ai rapporti, alla costruzione di relazioni con gli stakeholders basati sulla fiducia, faccia bene allo sviluppo economico-sociale dei territori. E fa bene alle imprese, perché le aziende coesive fatturano, assumono ed esportano di più. Come emerge dal report presentato, nel 2024 le imprese coesive contano su previsioni più positive rispetto a quelle non coesive. La maggior presenza di imprese coesive ha un effetto positivo sui territori: ad esempio, in termini di benessere più diffuso, nelle province più coesive il valore aggiunto pro-capite è di 34mila euro (contro 26mila delle altre). In questo contesto, l’Umbria è ben posizionata, un po’ sotto la media nazionale ma dentro il trend di crescita (11 punti percentuali in più in un anno nella quota di aziende coesive sul totale delle imprese) che caratterizza soprattutto il Nord dell’Italia. In questo contesto, che a Marco Caprai sia stato assegnato il prestigioso Premio ‘Coesione è Competizione’, e che, oltre, alla “Arnaldo Caprai, Società Agricola Srl”, tra le altre tredici imprese segnalate come altamente coesive ci sia anche Aboca, la cui Fabbrica 4.0 ha sede a Pistrino, in Umbria, non può che rappresentare un motivo di orgoglio. La Camera di Commercio dell’Umbria incentiva e accompagna questo processo di aumento delle aziende coesive attraverso vari strumenti, tutti mirati ad aumentare la collaborazione tra aziende e a dare corpo alla transizione digitale ed ecologica, assi portanti della progettualità camerale e che rappresentano un prerequisito per diventare imprese coesive”.

L’Umbria prima nel Centro ma un po’ sotto la media nazionale sulle imprese coesive, ossia quelle che migliorano il legame e il radicamento nelle comunità e nei territori, accrescono il senso di appartenenza e soddisfazione di vita dei dipendenti, il coinvolgimento e il dialogo con i clienti. E l’Umbria esce comunque molto bene dal report “Coesione è competizione” di Fondazione SymbolaIntesa Sanpaolo e Unioncamere in collaborazione con AicconIpsos e Centro Studi delle Camere di Commercio Guglielmo Tagliacarne, che è stato presentato durante il Seminario estivo di Fondazione Symbola dal titolo “Noi siamo i tempi – Visione, coraggio, comunità”. Non solo, infatti, a Marco Caprai è stato assegnato il prestigioso riconoscimento “Coesione è Competizione” ma, oltre alla “Arnaldo Caprai, Società Agricola Srl”, tra le altre tredici imprese segnalate come altamente coesive c’è anche Aboca, la healthcare company italiana leader nella cura della salute attraverso prodotti 100% naturali efficaci e sicuri, che ha la sede centrale a Sansepolcro in Toscana, ma con la Fabbrica 4.0 ubicata a pochi chilometri di distanza, a Pistrino in Umbria.

La coesione rende le imprese più innovative e competitive

Il rapporto analizza e racconta i fattori più significativi della competitività del nostro Paese, con particolare attenzione verso gli aspetti che non vengono colti dagli indicatori economici più diffusi, sottolineando l’importanza della collaborazione per le imprese. La coesione migliora il legame e il radicamento nelle comunità e nei territori, accresce il senso di appartenenza e soddisfazione di vita dei dipendenti, il coinvolgimento e il dialogo con i clienti.

Le imprese coesive di ottengono risultati migliori rispetto alle imprese che non lo sono. Ciò vale sia per le dinamiche di fatturato (per il 2024 sono il 34% le imprese coesive che stimano aumenti di fatturato rispetto al 2023, contro il 25% delle altre), che per l’occupazione (25% di indicazioni di incremento nel 2024 rispetto al 16% delle altre imprese) e le esportazioni (27% contro 21%). Le imprese coesive prevedono anche una crescita nel 2024 delle quantità prodotta (nel 30% dei casi contro il 22% delle non coesive). E questi andamenti distintivi si confermano anche per le previsioni 2025 per tutti e quattro i parametri considerati.

Forte è poi la propensione delle imprese coesive al green e al digitale: quasi due imprese su tre (il 67%) hanno investito in sostenibilità ambientale nel triennio 2021-2023 (il 43% nel caso delle imprese non coesive). Nel 2023 oltre un terzo delle imprese coesive (il 39%) ha investito in fonti rinnovabili per migliorare le proprie performance ambientali, a fronte del 24% delle imprese non coesive.

Nel 2023 le imprese coesive rappresentano il 43% delle Pmi manifatturiere, un dato sostanzialmente in linea rispetto al 2022 ma in crescita di 11 punti percentuali rispetto al 2018. Ciò che cresce significativamente è soprattutto il numero medio di relazioni instaurate dalle imprese coesive con i soggetti del territorio con cui interagisce (da 1,9 relazioni per impresa del 2018 a 2,8 del 2023). Dunque, la quota di coesive cresce nel tempo pur in corrispondenza di un innalzamento della soglia del numero medio di relazioni utilizzate per identificarle.

In questo ambito, la tecnologia che sta avendo l’impatto economico e sociale più dirompente è l’Intelligenza Artificiale, il cui utilizzo da parte delle imprese è ancora piuttosto limitato. Tuttavia, anche in questo caso le imprese coesive danno prova di una maggiore apertura verso ciò che è nuovo: la quota delle imprese coesive utilizzatrici di strumenti di IA è pari all’8%, quella delle non coesive si ferma al 4%.

L’Umbria prima nel Centro ma un po’ sotto la media nazionale

In Umbria le imprese coesive manifatturiere nel 2023 sono più del 40% del totale delle aziende manifatturiere, meno del 43% del dato nazionale ma meglio di Marche (intorno al 35%), Lazio (un po’ sopra il 35%) e Toscana (che sfiora il 40%).

A tale proposito, i dati stimati a livello provinciale evidenziano come i territori caratterizzati da un maggior grado di coesione siano situati prevalentemente nel Nord d’Italia.

Le prime dieci province per intensità di imprese coesive, infatti, sono tutte del Nord, fatta

eccezione per la provincia molisana di Campobasso. Nello specifico si tratta di Bolzano,

AostaPordenoneTrentoUdineCuneoAstiGoriziaBiella e, appunto, Campobasso.

Diversamente, i territori con più bassa intensità di imprese coesive si trovano, prevalentemente, nel Centro e nel Mezzogiorno. In particolare, agli ultimi posti in classifica per incidenza di imprese coesive si trovano le province di MateraPotenzaImperiaMessinaTrapaniPalermoReggio CalabriaAscoli PicenoRietiGenova.

La motivazione del prestigioso riconoscimento a Marco Caprai

Come detto, durante la presentazione del report è stato consegnato a Marco Caprai il prestigioso riconoscimento “Coesione è Competizione”, “per aver contribuito nella Arnaldo Caprai, Società Agricola Srl, ad una società più inclusiva nei confronti di chi è stato costretto a fuggire da guerre, violenze, persecuzioni, crisi climatica. L’azienda ha dato lavoro ai migranti che hanno trovato nell’occupazione presso l’azienda un’occasione di riscatto, grazie alla collaborazione con la Caritas locale e altre associazioni del territorio, che a loro volta sono riuscite a rispondere alla domanda di lavoro concreto e regolare dei richiedenti asilo”.