Il numero – agghiacciante – riguarda i soli bambini che non sono mai più stati ritrovati e dei quali con il passare del tempo aumentano le probabilità di non avere più notizia
di Francesca Male – Bambini scomparsi nel nulla: un fenomeno impressionante di cui poco si parla, ma che colpisce al cuore.
I dati rivelati dal rapporto di Telefono Azzurro fanno rabbrividire: ogni due giorni in Italia si perdono le tracce di un minore. Il dato è confermato anche dall’ultimo rapporto del Commissario del Governo per le persone scomparse, che mostra come il dramma senza fine delle sparizioni sia in crescita esponenziale.
Nei primi sei mesi dell’anno si sono perse le tracce di 336 piccoli italiani. Se nel conto si includono gli stranieri entrati nel nostro Paese non accompagnati si arriva a 2.649 casi.
E c’è da dire che con l’immobilismo forzato legato all’emergenza Covid il fenomeno è tornato a crescere.
«Si continuano a registrare numeri rilevanti, che rendono ancora più necessarie le misure di prevenzione adottate e l’affinamento delle tecniche di ricerca» – avverte il prefetto Silvana Riccio, Commissario straordinario di Governo.
E tutti gli organismi impegnati sul fronte: dalle Prefetture, alla Polizia criminale, al ministero della Famiglia, alle università, passando per l’Istituto di statistica e la commissione parlamentare su Infanzia e adolescenza, hanno creato un sistema a “rete”, di scambio e collaborazione, per cercare di individuare le cause e dunque contratare e prevenire le sparizioni.
Ci sono casi eclatanti, come quello di Denise Pipitone o di Emanuela Orlandi, e altri meno conosciuti e inascoltati.
Tra le motivazioni la stragrande maggioranza (quasi il 90 per cento) è classificata come allontanamento volontario. Le altre quote sono divise tra ragioni non conosciute, fughe da case-famiglia, possibili disturbi psicologici, sottrazione da coniuge o altro congiunto.
Nella ricerca dei congiunti perduti, le tracce conducono in posti lontani: dalla Russia al Medio Oriente, alla Spagna. Le ipotesi sono tante e tutte plausibili: rapimenti su commissione per adozioni illegali, adescamento e violenza sessuale, reti di pedofili, prostituzione minorile. E anche traffico di organi umani.
Di tutto questo ne hanno parlato pure Papa Francesco e Pietro Grasso, e dunque non si può più far finta che sia solo materia da film dell’orrore.
Il professor Ernesto Caffo, fondatore e presidente di Sos Il Telefono Azzurro Onlus, in un’intervista a Sputnik Italia sottolinea: “I percorsi che fanno questi bambini sono carichi di sofferenze e spesso portano alla morte. La gran parte viene inghiottita in un sommerso che ritroviamo nelle comunità illegali delle grandi aree urbane, in quei contesti dove nessuno riesce ad entrare. È difficile alle forze dell’ordine intervenire, i ragazzi stessi dovrebbero chiedere aiuto. È il motivo per cui noi abbiamo attivato il numero telefonico 116000, aperto 24 ore su 24, che risponde in più di 20 lingue straniere, che insieme all’app Miniila permette di accedere a dei servizi di sostegno e di protezione”.
La Polizia di Stato, da sempre attenta a tutelare le fasce più deboli e in particolar modo i minori, dal 2000 ha aderito al network internazionale (che ora conta 30 Paesi) dell’Icmec (International Centre for Missing & Exploited Children), attivando il sito italiano per i bambini scomparsi – it.globalmissingkids.org – dove oltre a consigli e informazioni, vengono pubblicati anche i casi di minori scomparsi.
In Umbria anche la Questura di Perugia ha aderito alla suddetta campagna di sensibilizzazione, realizzando nei mesi scorsi un presidio informativo in piazza IV novembre, con la partecipazione del personale della Divisione Anticrimine e del Posto di Polizia del Centro Storico, al fine di richiamare l’attenzione dei cittadini sulla citata tematica e sulle altre campagne, con particolare riferimento al contrasto del fenomeno del cyberbullismo e della violenza di genere.