La Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione nei confronti di Amine Aassoul, il marocchino che ha ucciso barbaramente il 27enne ternano.
Nessun sconto di pena per Amine Aassoul, il marocchino che ha ucciso in maniera barbara e assurda il 27enne David Raggi, a Terni, nella notte tra il 12 e il 13 marzo 2015, fuori da un locale di piazza dell’Olmo. La Cassazione ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione (inflitta con il rito abbreviato) nei confronti di Amine Aassoul, che senza motivo alcuno tolse la vita con un colpo di bottiglia rotta al collo ad un ragazzo ternano che stava passando in una delle piazze del centro di Terni. Lo fece senza un motivo, se mai può esserci una valida motivazione dietro un simile delitto. Senza logica. Se non quella di togliere la vita ad un giovane che si trovava lì per vivere tranquillamente la sua vita. Il marocchino trentenne fu rintracciato poco distante dal luogo dell’aggressione: era a dorso nudo e in stato di agitazione. Probabilmente ubriaco. Ma la storia di cronaca lascerà presto lo spazio all’indignazione collettiva. L’aggressore, infatti, era stato espulso nel 2007, ma era tornato in Italia dopo una traversata nel Mediterraneo: gli avevano respinto la richiesta di asilo politico, ma lui aveva fatto ricorso e quindi poteva rimanere in Italia a fare tutti i danni che voleva. E neanche a dire che il balordo si è poi pentito del terribile gesto.
Per fortuna i giudici della Suprema corte hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dal difensore dell’imputato, l’avvocato Barbara Romoli, che chiedeva il riconoscimento dell’ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale o l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi.
Contraria si era dichiarata la procura generale, con il sostegno del legale di parte civile, l’avvocato Massimo Proietti che ha infine dichiarato «Si mette finalmente la parola fine, nel modo migliore, a questa vicenda. Sotto il profilo penale giustizia è fatta».
All’udienza di oggi era presente il fratello di David, Diego.