Il sindacato di categoria chiede di affrontare e risolvere le problematiche crescenti
“La pandemia e un inadeguato governo della sanità umbra stanno logorando la qualità e la quantità delle prestazioni erogate dal Santa Maria della misericordia di Perugia, nonostante l’impegno che tutti i giorni i lavoratori mettono in campo. L’azienda più importante dell’Umbria è attualmente senza un direttore generale, cosa che soprattutto in una fase d’emergenza non può esser considerata normale”. È quanto dichiara il segretario regionale Uil Fpl Umbria Andrea Russo.
“Il fenomeno delle cosiddette barelle o letti aggiunti – spiega ancora Russo – ha preoccupato nelle ultime settimane e continua a preoccupare il sindacato e il personale: mediamente sono presenti dalle 20 alle 30 barelle, tutti i giorni. Questo fenomeno riguarda tutti i reparti, dall’area medica all’area chirurgica, ma coinvolge anche ostetricia, pediatria e cardiologia. Una situazione che sarebbe grave in condizioni normali, ma che è estremamente preoccupante in questa fase, per la sicurezza dei pazienti e del personale dell’azienda, considerato oltretutto che gli organici sono ridotti all’osso per garantire l’apertura dei servizi Covid”.
“Dopo due anni di pandemia – ricorda quindi il segretario Uil Fpl – i lavoratori sono provati fisicamente e psicologicamente, costretti a turni di servizio massacranti, per garantire i quali non solo sono utilizzate tutte le forme di flessibilità contrattuali (reperibilità e straordinario) ma in alcuni casi, a fronte di positività o quarantene, sono anche imposti il salto dei riposi settimanali e il blocco delle ferie. Recentemente da alcuni reparti e servizi è stato segnalato il mancato approvvigionamento di materiali che servono per garantire adeguate prestazioni agli utenti che si rivolgono alla struttura. Addirittura è venuto a mancare il toner per le stampanti, con conseguenti difficoltà di refertazione delle prestazioni. C’è anche stata la necessità, da parte del personale, di comprarsi i guanti perché quelli forniti non erano disponibili nelle misure necessarie”.
“Abbiamo già evidenziato – conclude Russo – la nostra contrarietà all’apertura di nuove attività durante questa fase così delicata per l’azienda, la quale invece, nonostante la carenza di personale (senza assumerne di nuovo e senza tener conto delle positività al Covid riscontrate), ha attivato il pronto soccorso ostetrico, mettendo a rischio qualità e sicurezza delle prestazioni già esistenti. Da mesi, poi, il sindacato chiede di confrontarsi sul servizio di cucina, che dopo la ristrutturazione subita con il nuovo appalto è in difficoltà in alcune fasi della produzione dei pasti. L’azienda continua ad evitare il confronto ma, nel frattempo, si è registrata una riduzione della varietà del vitto proposto agli utenti: questo ci addolora profondamente, perché vanifica gli sforzi fatti dai dipendenti che tutti i giorni lavorano in questo servizio”.