Chiarita la dinamica della tragedia. Sui corpi di Stefano Pannacci e del figlio Claudio non verrà eseguita l’autopsia
Sulla tragica morte di Stefano Pannacci e del figlio Claudio, avvenuta mercoledì sera nei pressi della stazione dei Senigallia, la Procura di Ancona ha aperto un fascicolo, modello 45, per atti non costituenti notizie di reato.
Stefano, 63 anni, originario di Montone ma residente a Valfabbrica, era docente di scienze all’IIS Cavour Marconi Pascal di Perugia. Claudio, 26 anni, studente di scienze e ingegneria, frequentava un master alla Chalmers University of Technology in Svezia ed era tornato da poco in Italia. Da tempo soffriva di crisi depressive e sembra abbia anche subito un ricovero in una clinica scandinava.
Claudio e i genitori, da tempo separati, avevano deciso di trascorrere il Ferragosto insieme nell’appartamento di proprietà della famiglia a Senigallia.
La dinamica dell’incidente è ormai chiara, tanto che il pm incaricato delle indagini non ha disposto l’esame autoptico. Stefano, nel tentativo di fermare il figlio che si era incamminato lungo i binari, è stato travolto dal treno merci, probabilmente non si era nemmeno accorto dell’arrivo del convoglio, poi, una cinquantina di metri più avanti la stessa sorte è toccata a Claudio. Sembra, secondo quanto dichiarato dai macchinisti alla Polizia Ferroviaria, che il ragazzo sia andato incontro al treno e non abbia fatto nulla per evitarlo.