Home Cronaca Palamara assolto a Perugia dall’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio

Palamara assolto a Perugia dall’accusa di rivelazione di segreti d’ufficio

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Luca Palamara (Foto Il Tempo)

Condannato a 5 mesi l’ex pm Fava per accesso abusivo ai database

Al termine di una camera di consiglio durata meno di tre ore il tribunale di Perugia, presieduto dal giudice Alberto Venoso, ha assolto “per non aver commesso il fatto” dall’accusa di rivelazione del segreto d’ufficio finalizzata a screditare l’ex capo di Roma.

Il procedimento di Perugia si è dunque concluso con la sola condanna di Fava a cinque mesi di reclusione, pena sospesa, per accesso abusivo al sistema informatico.
Fava era infatti accusato di essersi abusivamente introdotto nel sistema informatico Sicp e nel Tiap della procura di Roma per acquisire atti riservati. Una condotta che secondo i pm umbri sarebbe avvenuta “per ragioni estranee rispetto a quelle per le quali la facoltà di accesso era attribuita”.
Secondo i capi di imputazione oggetto del processo concluso poche ore fa, a Palamara e a Fava veniva contestato di aver rivelato notizie d’ufficio “che sarebbero dovute rimanere segrete”. Parzialmente disattese le richieste dell’ufficio della Procura guidata da Raffaele Cantone: i pm Gemma Miliani e Mario Formisano avevano chiesto la condanna per entrambi, a otto mesi per Palamara e a due anni per Fava, ora giudice civile a Latina. Il tribunale ha disposto anche l’immediato risarcimento delle parti civili: un euro, una cifra simbolica, come da lui chiesto, per il pm di Roma Paolo Ielo (presente in tutte le udienze del processo e anche al momento del verdetto), 20mila euro per il ministero di Giustizia, 8mila per l’associazione CittadinanzAttiva, oltre a un parziale ristoro delle spese legali.

 

Alla lettura del dispositivo era presente l’ex pm Fava, mentre non era in aula Luca Palamara.

«Questa sentenza certifica che non ho mai voluto il male della magistratura e che non ho mai tramato contro nessun magistrato», ha commentato Palamara, difeso dagli avvocati Roberto Rampioni, Benedetto e Mariano Buratti-
Mentre Fava era difeso dagli avvocati Luigi Panella e Luigi Castaldi.
L’avvocato Panella preannuncia a ilfattoquotidiano.it sin da ora appello: “Leggeremo le motivazioni ma le dico subito che le appelleremo questa sentenza”.
Mentre i legali di Palamara riferiscono all’AdnKronos di “anni di sofferenza processuale” dopo i quali “è emersa l’estraneità e l’infondatezza dell’ipotesi accusatoria”.