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Per salvaguardare il relax in vacanza la Cassazione condanna le feste di piazza

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Con l’ordinanza n. 18676 del 9 luglio 2024 la Corte ha stabilito che i Comuni sono responsabili dei danni cagionati per il troppo rumore provocato dagli eventi pubblici che vengono allestiti in piazza

I Comuni sono responsabili dei danni cagionati per il troppo rumore provocato dagli eventi pubblici che vengono allestiti in piazza. Lo ha deciso la Corte di Cassazione con l’ordinanza n. 18676 del 9 luglio 2024 con la quale ha stabilito che anche gli enti pubblici hanno l’obbligo di non provocare immissioni rumorose alla normale tollerabilità, per come imposto dall’articolo 844 del Codice Civile. In caso contrario, l’amministrazione dovrà risarcire i danni procurati sia ai residenti sia ai villeggianti che hanno affittato una casa per le vacanze e sono quindi responsabili dai danni cagionati ai privati.

Tutto parte da Albissola Marina, un piccolo Comune ligure che nel 2017 è stato portato in tribunale da alcuni villeggianti per il troppo rumore provocato dagli spettacoli che si tenevano in piazza della Concordia. Nel 2018 la corte di Savona aveva dato ragione ai residenti, sentenza poi confermata anche in appello.

Secondo la Corte, “è vero che gli enti pubblici possono stabilire delle soglie di rumore entro cui le attività e gli spettacoli in strada sono consentiti e che esse possono essere superiori rispetto ai limiti previsti per le abitazioni private. Ma è altrettanto vero che ciò non può compromettere la quiete pubblica. E del resto, più volte, la Cassazione ha condannato i Comuni per non aver saputo contenere la movida”.