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Perugia, il Comune aumenta la Tari del 4%

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Via libera della commissione Bilancio con 9 voti a favore e 4 contrari

La IIª commissione Bilancio del Comune di Perugia, presieduta da Alessio Fioroni, ha trattato nel corso della seduta del 26 aprile due pratiche.
E’ stata approvata con 9 voti a favore (maggioranza), 4 contrari (opposizione) ed un astenuto (Mori) la preconsiliare n. 3184 del 19.04.2023: Approvazione delle tariffe della tassa sui rifiuti (TARI) anno 2023.

L’ATTO

Il PEF (piano economico finanziario) del servizio integrato dei rifiuti per il Comune di Perugia – ha spiegato l’assessore al bilancio Cristina Bertinelli – predisposto dal gestore Gesenu, è stato approvato dall’Auri con delibera dell’11 aprile 2023.

Dal Piano Finanziario, per l’anno 2023, risulta che il totale delle entrate tariffarie di riferimento per il servizio integrato di gestione dei rifiuti nel Comune di Perugia è pari a € 49.900.422 (ci cui 26,9 milioni è la componente di costo fisso e 22,9milioni quella variabile), mentre per gli anni successivi risultano i seguenti importi: – 2024: € 49.571.324; – 2025: € 49.158.079. Come noto, secondo la normativa vigente, l’importo da coprire con la tariffa comprende tutti i costi connessi con il servizio di gestione dei rifiuti urbani.

Alla somma di 49,9 milioni sopra indicata vanno sottratti: 65mila euro per riduzioni per conferimenti al centro di raccolta, riduzioni per riciclo autonomo rifiuti imprese per 40mila euro, contributo miur per le scuole 183mila euro, recupero evasione 1,3 milioni, avanzo contributo miur anni precedenti circa 70mila euro, avanzo tari 243mila euro, quota costo utenze comunali 392 mila euro. Ciò determina un costo del servizio da coprire con la tari pari a 47,7 milioni.

In regione di ciò si prevede quanto segue.

-La percentuale di riduzione della quota variabile da applicare in funzione dei quantitativi di rifiuti urbani effettivamente avviati al riciclo da parte delle singole utenze non domestiche interessate è così determinata:

fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 90 al 100%=riduzione 20%;

fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 80 al 89,9%=riduzione 16%;

fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 70 al 79,9%=riduzione 12%;

fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 60 al 69,9%=riduzione 8%:

fascia percentuale di produzione rifiuti avviati a riciclo dal 50,01 al 59,9%=riduzione 4%.

-Le utenze domestiche che conferiscono rifiuti in forma differenziata ai centri di raccolta comunali hanno diritto ad una riduzione della quota variabile del tributo calcolata sulla base delle quantità ponderate di rifiuti conferiti in forma differenziata nel corso dell’anno solare. L’ammontare della riduzione spettante viene calcolato con un massimale di € 35 sulla base del criterio indicato di seguito:

da 0 a 99,99 kg incentivo uguale a zero;

da 100 a 500 incentivo 0,07al kg;

oltre 500 incentivo 35 euro.

Sono previsto coefficienti di calcolo differenti, come sempre, in base al tipo di materiale conferito: esempio carta e cartone 1, olii e grassi 2, ecc.

La predetta riduzione viene accordata in diminuzione del tributo dovuto per l’anno successivo

-Come previsto dal regolamento in vigore sono previste riduzioni (somma disponibile per il 2023 220mila euro) per il disagio ambientale nel seguente modo:

Ponte Rio: utenze in fascia rossa 80%, fascia arancione 40%;

Pietramelina: utenze in fascia rossa 75%, fascia arancione 40%;

Borgo Giglione: utenze in fascia rossa 60%, fascia arancione 30%.

In ragione di tutti i parametri indicati le tariffe per il 2023 sono le seguenti:

Utenze domestiche:

Componenti nucleo familiare 1, tariffa fissa 1,45 euro al mq, variabile (in base al numero componenti) 96,1;

Componenti 2, fissa 1,58, variabile 179,9

Componenti 3 fissa 1,71, variabile 199,89

Componenti 4 fissa 1,85, variabile 219,88

Componenti 5 fissa 1,97, variabile 246,02;

componenti oltre 6 fissa 2,07, variabile 270,62

Si ricorda che le tariffe delle singole utenze risultano dalla combinazione delle due parti: fissa (graduata in funzione della superficie e del numero dei componenti il nucleo familiare), espressa in € /mq anno e variabile (graduata in funzione del numero dei componenti il nucleo familiare), espressa in €/anno.

Utenze non domestiche

– musei, biblioteche, scuole, associazioni, luoghi di culto fissa 2,92, variabile 2,46

– scuole di ogni ordine e grado, università fissa 2, variabile 1,06;

– sedi di enti e associazioni impegnate in attività di interesse culturale, sociale ed assistenziale: fissa 1,26, variabile 1,05;

-cinema e teatri fissa 3,95, variabile 3,3;

– autorimesse e magazzini senza alcuna vendita diretta, fissa 2,4, variabile 2,03;

– campeggi,d istributori carburanti, impianti sportivi fissa 2,23, variabile 2,08;

-esposizioni, autosaloni fissa 4,8, variabile 3,98;

-alberghi con ristorante fissa 5,6, variabile 4,95;

-alberghi senza ristorante fissa 5,49, variabile 4,75;

-case di cura e riposo fissa 9,61, variabile 7,68;

-ospedali fissa 9,55, variabile 7,96;

-uffici ed agenzie fissa 7,55, variabile 6,34;

– banche, istituti di credito e studi professionali: fissa 7,38, variabile 6,13;

– negozi abbigliamento, calzature, libreria, cartolerie,f erramenta, altri beni durevoli: fissa 6,86, variabile 5,71;

– edicola, farmacia, tabaccaio, plurilicenze: fissa 7,03, variabile 5,84;

negozi particolari quali filatelia, tende, tessuti, tappeti, cappelli, ombrelli, antiquari: fissa 6,86, variabile 5,71;

– banchi di mercato beni durevoli: fissa 9,09, variabile 7,58;

– attività artigianali tipo botteghe: fissa 3,6, variabile 4,02;

-altre attività artigianali fissa 3,66, variabile 3,09;

– carrozzeria, autofficina, elettrauto: fissa 3,83, variabile 3,15;

– attività industriali con capannoni di produzione: fissa 3,09, variabile 2,55;

– attività artigianali di produzione beni specifici: fissa 3,09, variabile 2,55;

– ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie,pub: fissa 9,66, variabile 9,73;

– mense, birrerie, amburgherie: fissa 9,66, variabile 9,73;

-bar, caffè, pasticcerie: fissa 8,92, variabile 8,79;

– supermercato, pane e pasta, macelleria, salumi: fissa 8,35, variabile 6,97;

– plurilicenze alimentari e/o miste: fissa 8,35, variabile 6,97;

– ortofrutta, pescherie, fiori e piante, pizza al taglio: fissa 12,12, variabile 10,07;

– ipermercati di generi misti: fissa 9,26; variabile 8.86;

– banchi di mercato generi alimentari: fissa 14,29, variabile 12,95;

-discoteche, night club: fissa 4,92, variabile 3,55.

Le tariffe delle singole utenze sono determinate in euro a metro quadro.

La responsabile del servizio Tari di Gesenu Annalisa Maccarelli ha spiegato che continua lo spostamento dei costi tra i fissi ed i variabili in virtù del nuovo metodo deciso da Arera, tanto che i costi variabili rispetto all’anno scorso sono cresciuti del 4,74% mentre i fissi dello 0,85%. Altro dato interessante è che le tariffe aumentano leggermente di più rispetto all’aumento del PEf a tariffa che occorre coprire con la tariffa (ossia quello finale comprensivo delle aggiunte e detrazioni, pari a 47,5 milioni).

Ciò è dovuto ad alcune dinamiche legate alle utenze, che seguono una linea, soprattutto per le utenze domestiche, decrescente in virtù del maggior numero dei decessi (+800) rispetto ai nuovi nati. Leggendo i dati di dettaglio, infatti, emerge che le utenze domestiche sono 3651 in meno, di cui con un solo componente ben 2853 in meno. Una dinamica simile, ma più contenuta, c’è anche per alcune categorie di utenze non domestiche frutto di cessazioni cui non hanno fatto seguito nuove aperture: si parla di meno 164 utenze che riguardano soprattutto uffici, negozi ed attività artigianali.

Il dirigente ai servizi finanziari Stefano Baldoni ha confermato che il pef si attesta sui 49 milioni con un incremento del 2% rispetto al 2022. A fronte di ciò si registra un aumento delle tariffe non esattamente in linea con tale crescita del pef perché si attesta sulla media del 3,5%.

Ciò è dovuto solo in parte alla crescita del pef (2%), ma anche al fenomeno dell’abbassamento della base imponibile (2%), il calo del recupero dell’evasione tributaria che pesa per lo 0,4%,, mentre opera in senso positivo lo spostamento dei costi tra utenze domestiche e non domestiche (1%).

Per le utenze non domestiche la variazione media è del 4,7% tenendo conto però del fatto che rispetto al 2022 non vi è più la riduzione del 5% finanziata con fondi covid stante l’emergenza sanitaria venuta meno. In realtà, ha spiegato Baldoni, su questo versante era attesto un aumento del 7% che invece si è fermato al 4,7% per effetto del movimento dei costi e di variazione delle utenze. Si conferma per il resto la riduzione per le utenze non domestiche che conferiscono presso i centri si raccolta, le riduzioni per le imprese che riciclano in maniera autonoma e crescono invece le risorse per il disagio ambientale.

DIBATTITO

Il consigliere del PD Francesco Zuccherini ha espresso qualche perplessità per i tempi di approvazione delle delibere su bilancio di previsione e tariffe tari che obbligheranno il Consiglio ad una variazione del primo a stretto giro. Cosa che si sarebbe potuta evitare non accelerando l’approvazione del previsionale vista la deroga stabilita dal Governo.

Ha chiesto poi di sapere a quanto ammonti il recupero dell’evasione in merito alle tariffe non pagate negli anni precedenti.

Per il resto Zuccherini ha sostenuto che la questione centrale non è tanto la valutazione del singolo aumento annuale della tari quanto il fatto che dal 2020 il Consiglio comunale è stato costretto a votare solo aumenti della tariffa con forte penalizzazione soprattutto nei confronti dei nuclei più deboli, composti da una sola persona, per i quali la crescita tra il 2020 ed oggi è di oltre 40 euro l’anno. 30 euro è l’aumento per le famiglie di due persone con immobile di circa 80mq, 20 euro per le famiglie di 3 persone con 100mq, ecc.

Ciò, peraltro, a fronte di servizi che non sono migliorati specie alla luce della sperimentazione in atto sulla riduzione dei passaggi della raccolta in ragione dell’introduzione delle campane per il conferimento del vetro, separato rispetto a plastica e metalli.

Per Zuccherini, in conclusione, si tratta di aumenti non più accettabili.

La consigliera Francesca Tizi (M5S) ha preannunciato un voto contrario sull’atto perché è in atto un progressivo aumento delle tariffe negli anni cui non corrisponde un miglioramento dei servizi, al contrario in calo specie sui tempi di passaggio per la raccolta.

Ciò sta sollevando, non a caso, proteste da parte della cittadinanza insoddisfatta.

Per Tizi l’Amministrazione finora non ha tenuto in alcuna considerazione la linea programmatica di mandato del sindaco n. 8 che prevede l’introduzione della tariffa puntuale, cui sarebbe corrisposto una riduzione del costo della stessa e premialità in favore dei cittadini virtuosi.

Il capogruppo della Lega Lorenzo Mattioni ha tenuto a precisare che il metodo di calcolo Arera si riferisce a costi del servizio sostenuti dal gestore nei due anni precedenti all’applicazione dei nuovi metodi. Per questo l’effetto benefico del sistema nuovo di raccolta tris (vetro e riduzione del tempo di raccolta) si avrà tra due anni.

La consigliera Roberta Ricci (Lega) ha chiesto di sapere per quali motivi i coefficienti di ponderazione qualitativa prevedano una premialità identica tra le tipologie della carta e cartone (rifiuto ordinario) ed alcuni rifiuti speciali come i pesticidi.

La dott.ssa Maccarelli, in merito alla questione delle scadenze avanzata da Zuccherini, ha spiegato che purtroppo i tempi, anche per via della delibera auri, sono stati molto stretti. In ogni caso ha riferito che Gesenu ha già eseguito tutte le azioni propedeutiche all’emissione degli avvisi di pagamento che verranno inviati non appena il Consiglio comunale avrà approvato le tariffe tari. 12mila saranno trasmessi per pec ed e-mail nei primi giorni di maggio, così da consentire ai cittadini di avere gli avvisi nei termini previsti dalla delibera Arera. Circa la morosità, la stessa ha un effetto sulla voce relativa al fondo crediti. Il Comune negli anni passati ha svolto insieme a GEsenu un’attenta attività di recupero bonario tenuto conto delle difficoltà per i cittadini legate all’emergenza sanitaria. Da quest’anno riprenderà in maniera serrata il recupero della morosità, tanto è vero che sono pronti i ruoli relativi agli accertamenti esecutivi notificati dopo il 31 dicembre 2018 che, come noto, avevano beneficiato causa covid di una proroga. Nel corso dell’estate 2023 verranno recapitati gli accertamenti esecutivi relativi a 2019, 2020 e 2021 e per l’autunno verranno inviati i solleciti per i mancati pagamenti del 2022.

Sulle dinamiche tariffarie, Maccarelli ha spiegato che, se è vero che per un’utenza media costituita da 3 componenti per 100 mq ci sono stati aumenti di circa 20 euro, ciò è legato all’entrata in vigore del nuovo metodo tariffario. Leggendo i dati dell’ultimo decennio, in verità, emerge che per l’utenza media la tariffa è passata dai 358 euro del 2014 ai 389 di oggi. Sono 38 euro  che appaiono contenuti se parametrati al corrispondente aumento del costo della vita.

Maccarelli non ha concordato sulle valutazioni fatte da alcuni consiglieri relative alla presunta scarsa qualità dei servizi, spiegando poi che la modifica dei tempi di raccolta del sistema tris persegue in buona parte gli obiettivi della tariffa puntuale, puntando sulla responsabilizzazione dei cittadini.

Infine sulla premialità e relativi coefficienti di ponderazione qualitativa ha riferito che tali dati sono stati introdotti da diversi anni sulla base di specifiche valutazioni tecniche.

Successivamente è stata approvata con 13 voti a favore la preconsiliare n. 2990 del 12.04.2023: Fondazione Teatro Stabile Dell’Umbria – Approvazione Modifiche Statutarie.

La Fondazione, a seguito di segnalazione in tal senso del Ministero della Cultura – Direzione Generale dello Spettacolo, ha segnalato la necessità di adeguare gli articoli 10 (rubricato “Assemblea – Compiti”) e 12 (rubricato “Consiglio di Amministrazione – Composizione – Durata – Funzionamento”) dello Statuto vigente alle prescrizioni dell’art. 6, comma 5 del D. L. 31.05.2010, n. 78 convertito con Legge 30 luglio 2010, n. 122, il quale dispone che il numero dei componenti degli organi di amministrazione degli enti pubblici, anche economici, e degli organismi pubblici, anche con personalità giuridica di diritto privato sia non superiore a cinque.

Lo statuto vigente prevede infatti che il numero dei membri del Consiglio di Amministrazione della Fondazione sia pari a sei.

Concretamente la modifica dell’articolo 10 prevede di stabilire al punto a):

nominare i cinque membri (prima erano sei) del Consiglio di Amministrazione, di cui quattro (prima erano cinque) su designazione congiunta degli Enti fondatori e assimilati ed uno su designazione della Regione.

La modifica dell’articolo 12 comma 2 invece è la seguente:

  1. Il Consiglio di Amministrazione è composto di cinque membri (prima sei), di cui quattro (prima 5) nominati dall’Assemblea su designazione congiunta degli Enti fondatori e assimilati ed uno su designazione della Regione.