Cerimonia molto partecipata al Percorso verde di Pian di Massiano – L’iniziativa rientra nel progetto ‘La città che noi vogliamo’ cui hanno partecipato, negli anni, oltre 5mila studenti, promosso dall’associazione Green Heart
Èstata restituita alla cittadinanza la Stele della legalità, grazie alla collaborazione e alla rete solidale che si è creata tra l’associazione Green Heart, promotrice del progetto ‘La città che noi vogliamo’, il Comune di Perugia e alcuni imprenditori del territorio (Marco e Sara Chiattelli di ‘Tagliati per il successo’, Assicurazioni Fanini & Gubbiotti UnipolSai di via Fonti Coperte, Ditta Corneli). La cerimonia di inaugurazione si è tenuta mercoledì 26 aprile al Percorso verde di Pian di Massiano, a Perugia, a distanza di oltre due anni dal danneggiamento che aveva interessato la prima Stele, posta a conclusione del progetto di formazione civile e promozione della legalità che nelle sue tre edizioni (2011-2014, 2016-2018, 2019-2020), ha coinvolto oltre 5mila studenti delle scuole della città.
“Una ferita ancora aperta – ha precisato Antonino Chifari, da cui ha avuto origine il progetto, presidente di Green Heart ed ex consigliere comunale di Perugia con delega alla legalità –. Perugia non è questa, è una città dai principi democratici importanti e quindi noi con l’innesto della nuova stele vogliamo riaffermarli”.
La cerimonia si è aperta nel ricordo di Laura Buco, prematuramente scomparsa, “che ha sostenuto il progetto con amore incoraggiando l’associazione a proseguire sulla strada intrapresa” ha ricordato Chifari.
Oltre ai membri dell’associazione Green Heart, tra cui Laura e Serena Gaggia, Saverio Bevacqua e il segretario e responsabile della comunicazione Nadia Isidori, alla cerimonia hanno partecipato il sindaco di Perugia Andrea Romizi, il comandante della Stazione dei Carabinieri di Perugia Claudio Zeni, il commissario capo della Polizia di Stato Monica Corneli, il direttore della Caritas don Marco Briziarelli, Salvatore Maria Miccichè, consulente del progetto ed ex provveditore agli studi di Perugia e i dirigenti scolastici Cristina Bonaldi (I.C. Perugia 4), Fabio Gallina (I.C. Perugia 5), e Simona Ferretti (I.C. Perugia 12), oltre a rappresentanti della Direzione didattica Secondo circolo di Perugia e degli Istituti comprensivi Perugia 1 e Perugia 6. Tantissimi gli studenti presenti, alcuni intervenuti leggendo propri pensieri e altri quelli di personalità importanti che hanno contribuito a diffondere la cultura della legalità con le loro opere, in alcuni casi anche pagando con la propria vita come Peppino Impastato, giornalista, conduttore radiofonico e attivista italiano assassinato nel 1978. Alcuni studenti hanno così ricordato il loro viaggio a Cinisi, dove hanno potuto conoscere la sorella del giovane ucciso da Cosa Nostra.
Il progetto ha varcato i confini regionali e difatti, ha ricordato Chifari, “alcuni lavori preparati dagli studenti dell’Istituto ‘Bernardino di Betto’ sono stati esposti anche all’Aula Bunker del carcere dell’Ucciardone di Palermo”. “La città che noi vogliamo – ha raccontato, poi, Chifari – è un progetto in cui ho fortemente creduto fin da quando ero consigliere e che porto avanti, insieme ai membri dell’associazione, con forte determinazione. Abbiamo organizzato tre edizioni: la prima ha coinvolto alcune scuole superiori di Perugia con l’obiettivo di rendere i ragazzi protagonisti di un percorso di educazione civica in cui fossero attori principali e non semplici destinatari, attraverso testimonianze dirette, letture tematiche, racconti e visioni di film da analizzare e da cui trarre spunti per confronti e dibattiti. Il risultato è stato di alto valore educativo tanto da essere inserito nel portale del Comune di Perugia e messo a disposizione dei cittadini. L’entusiasmo e l’interesse suscitato ci ha portato quindi alla seconda edizione de ‘La città che noi vogliamo: dall’io al noi’, con la partnership del Comune di Perugia e il coinvolgimento di sette Istituti Comprensivi e un Circolo Didattico. L’obiettivo principale era quello di far capire l’importanza della legalità anche nelle azioni quotidiane, superando l’individualismo e l’egocentrismo dell’Io a favore di un’accezione comunitaria e della consapevolezza di essere parte di un contesto sociale, il Noi, di cui la legalità garantisce democrazia e sviluppo”.
“Infine – ha proseguito Chifari –, nella terza edizione c’è stata un’ulteriore evoluzione dei contenuti. Ogni istituto ha affrontato ed analizzato una tematica specifica legata a forme di illegalità, di mancata tutela dell’individuo e rischio per la democrazia. Ne è nato anche un Glossario della Legalità, stampato dall’associazione Green Heart e donato agli studenti. Per consentire la sperimentazione pratica del concetto di cittadinanza attiva e di partecipazione civile promossi nel progetto, mediante l’applicazione dei principi di libera elezione, rappresentanza e delega, è stato istituito un Consiglio Comunale Studentesco (CCS), con il compito di elaborare un programma politico da proporre all’Amministrazione Comunale di Perugia. Il progetto ha riscosso molto successo e il suo iter è stato anche oggetto di un lungo e dettagliato reportage sulla rubrica Rai Storie”.
A conclusione della terza edizione del progetto, su richiesta del CCS l’associazione Green Heart, in partnership con il Comune di Perugia e con il sostegno di alcuni sponsor, ha voluto lasciare un segno tangibile di questo pluriennale iter formativo con la piantumazione di una quercia e l’istallazione di una stele della legalità al percorso verde di Pian di Massiano, purtroppo vandalizzata nel novembre 2020. L’iniziativa odierna, quindi, vuole ripristinare l’opera per riaffermare il valore della legalità come essenziale per la democrazia e per la società civile, realizzabili solo attraverso l’educazione alla cultura della legalità dei suoi cittadini, fin da piccoli.
“Oggi siamo qui per ricordare che all’origine della legalità c’è anzitutto la cultura del rispetto – ha dichiarato Andrea Romizi –, il seme da cui scaturiscono tutte le regole di convivenza. Davanti a noi abbiamo sempre due strade possibili: da un lato, la cultura dell’indifferenza, che ci porta a distogliere lo sguardo in caso di ingiustizie; dall’altro, la cultura della cura di ciò che ci sta intorno, delle persone ma anche dell’ambiente e della città, che ci stimola a essere partecipi e a concorrere a una società più giusta. Ciò che chiediamo ai bambini e ai ragazzi è proprio di imboccare questa seconda via per aiutarci a creare un domani fondato su veri valori”.
“Questo progetto – ha affermato Miccichè – ha l’ambizione di durare nel tempo e deve continuare per trasmettere un messaggio di speranza. I ragazzi devono crescere nella convinzione profonda che legalità significa garantire coesione sociale e giustizia, per costruire una società a misura di ogni uomo”.