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Sanità in difficoltà, in Umbria un medico su 4 pensa di lasciare il pubblico e cambiare lavoro

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L’indagine è stata condotta dalla Federazione degli Internisti ospedalieri che rileva inoltre che il 63% non rifarebbe il dottore

Un’indagine condotta dalla Fadoi, la Federazione degli Internisti ospedalieri, rivela che il 25% dei medici dell’Umbria pensa di lasciare il pubblico e cambiare lavoro e che addirittura il 63% dei dottori non si dedicherebbe più a svolgere il mestiere di curare gli ammalati.

I camici bianchi in sostanza non sono d’accordo e si ribellano alla misura che prevede straordinari meglio retribuiti per risolvere il problema delle liste di attesa.

Per il 75% il problema resta la carenza di personale medico e infermieristico, soprattutto se rapportato alla intensità di cura medio-alta dei reparti di medicina interna, ancora classificati come a bassa intensità di cura. La scarsa valorizzazione del medico di medicina interna nell’organizzazione del lavoro ospedaliero è invece segnalata dal 12,5% degli internisti. A parere del 50% di coloro che sono stati coinvolti nell’analisi andrebbe invece ridotta l’inappropriatezza prescrittiva.

“In Umbria, come nel resto del Paese, i reparti internistici dei presidi ospedalieri, si trovano in profonda difficoltà” – commenta sull’Ansa il presidente di Fadoi Umbria, Marco Giuliani. “Questa situazione – aggiunge – genera stress, scoramento e mina la motivazione del medico, quell’arma che ha consentito fino ad oggi di mettere una pezza alle progressive mancanze del sistema. Quando a mancare è la motivazione, perché il lavoro non può essere organizzato dignitosamente, o perché non ci si sente valorizzati nonostante si cerchi di garantire i migliori livelli di assistenza al paziente – conclude Giuliani – , diventa facilmente comprensibile il perché un numero sempre maggiore di professionisti sceglie di lasciare il pubblico”.
“Le motivazioni di chi si sente ancora legato al servizio pubblico – spiega Fadoi – restano per il 62% il voler garantire a tutti il diritto alla salute, e un altro 12% che percepisce come un valore la sicurezza del posto di lavoro. L’indagine punta poi ad analizzare le criticità nei reparti di medicina interna, che in media assorbono circa il 50% dei ricoveri”.