Lavorano a tutti gli effetti nella sanità pubblica della nostra regione, in appalto per Usl e aziende ospedaliere. Sono a contatto con i pazienti, proprio come i dipendenti della sanità, e ricoprono ruoli delicatissimi occupandosi, ad esempio, del trasporto di sangue, delle biopsie e anche degli stessi degenti, spesso in gravi condizioni, ma la loro situazione contrattuale è “semplicemente vergognosa”. Non usa mezzi termini la Filcams Cgil di Perugia per denunciare il caso di lavoratrici e lavoratori della cooperativa Goser, società campana (di Sarno, in provincia di Salerno) che gestisce, in consorzio con un’altra società laziale (Meridio Soc. Cop) i servizi di facchinaggio delle 4 aziende ospedaliere e sanitarie dell’Umbria.
“Invitiamo i vertici della sanità regionale a prendere in mano una delle buste paga di questi lavoratori, che sono a tutti gli effetti un ingranaggio fondamentale della nostra sanità regionale – afferma Massimiliano Cofani, per la Filcams Cgil di Perugia – scopriranno che i soggetti privati a cui hanno appaltato un servizio fondamentale per la salute delle cittadine e dei cittadini umbri applicano un contratto ‘pirata’, non sottoscritto da Cgil, Cisl e Uil, che prevede una paga oraria di 5,93 euro, con un lordo mensile di circa 1000 euro, per 40 ore di lavoro, e con lavoratrici e lavoratori che di ore alla settimana ne fanno anche solo 15, con conseguenti paghe letteralmente da fame”.
“D’altronde – osserva ancora il sindacalista Filcams – quando si aggiudicano appalti pubblici così importanti con ribassi intorno al 30% è scontato che a pagare siano sempre i soliti, lavoratrici e lavoratori, i cui diritti evidentemente non sono un problema per l’ente pubblico appaltante”.
A fronte di questa ennesima situazione intollerabile la Filcams Cgil annuncia battaglia: “Metteremo in campo tutte le azioni possibili per sanare un’ingiustizia clamorosa”, conclude Cofani.