Non c’è pace sulla E45, da anni gli automobilisti sono costretti a districarsi fra un intralcio e l’altro, mentre anche all’interno della città fervono interventi di manutenzione che contribuiscono a creare la paralisi. E non si vede una luce
di Francesco Castellini – Perugia è una città imbottigliata, un’area interdetta, ad alta congestione stradale. Gli automobilisti sanno quando escono ma non sanno più calcolare quando possono arrivare a destinazione. Certe volte per percorrere pochi chilometri, o semplicemente per attraversare la città da un punto all’altro, si impiegano ore, imprigionati nel traffico, procedendo a passo d’uomo, imprecando contro chi tutto questo ha escogitato e inveendo alacremente in direzione di chi consente che tutto ciò avvenga, in barba e sulle spalle degli inermi cittadini. Non si vede una luce. Dopo mesi e mesi di restauri di una galleria finalmente riaperta è subito la volta di un’altra. Liberata una corsia di marcia ecco immediatamente bloccato un percorso limitrofo. E così, di paralisi in paralisi, si procede ad aggiornare questo inesauribile bollettino di guerra, dove sembra che ad essere applicato sia il folle piano di qualche dittatore pazzo, che tutto impone e tutto decide, alla faccia dei sudditi indifesi e impotenti. E quello che fa più rabbia è che viaggiando (si fa per dire) sulla superstrada vedi questi cantieri dell’Anas quasi sempre “abbandonati”, che quando ce la mettono tutta impiegano al più tre/quattro operai, con tanto di ingombranti macchinari fermi a lato, inoperativi, e poi la notte, così come il sabato, le domeniche e i giorni festivi, niente di niente. E va da sé che basterebbe solo un po’ di buon senso e di oculata organizzazione, a limitare tempi e disagi. E pensare che a Mosca in un solo giorno sono state stese 8 mila tonnellate di catrame su una superficie di più di 32 mila metri quadrati. Impiegati 300 mezzi speciali, asfaltato il tratto iniziale della via Tverskaya e della piazza Pushkinskaya, in un’unica “passata”. In Cina non sono certo da meno. Nella città di Nanchang, capoluogo della provincia dello Jiangxi nel sud-est del paese, forte di ben 5 milioni di abitanti, è stata fatta scomparire letteralmente in una notte un’intera strada. L’infrastruttura è stata distrutta in poche ore dalle 116 scavatrici posizionate l’una al fianco dell’altra, mentre i calcinacci sono stati spostati da apposite ruspe la mattina seguente.
E che dire poi che per costruire la Torre Eiffel furono necessari 2 anni, 2 mesi e 5 giorni, grazie ai circa 300 metalmeccanici impegnati nel progetto, che assemblarono oltre 18mila pezzi di ferro, tenuti insieme da 2,5 milioni di viti e dadi, sostituiti poi da rivetti. Di certo, con i potenti mezzi messi in campo da queste parti, c’è da scommettere che ancora oggi starebbero lì a far girare i bulloni.
Ma la storia di questa nostra tartassata E45 è davvero piena di inguaribili piaghe e dolorose ferite.
Qualche tempo fa perfino la procura della Repubblica di Perugia, dopo quelle di Arezzo e Forlì, ebbe l’ardire di aprire un fascicolo di indagine sulle disastrose condizioni in cui versa la superstrada “Orte-Ravenna”, con particolare riferimento proprio al tratto che attraversa l’Altotevere umbro, definito senza mezzi termini “un vero e proprio percorso killer, oggetto di interventi milionari e nonostante ciò disseminato di buche, voragini e gallerie infernali”. Di cui gli unici a trarne vantaggio sono i gommisti che hanno visto incrementare il loro lavoro di un buon 30 per cento.
“Tratto della Vergogna” – l’ha classificato il consigliere regionale della Lega Nord Gianluca Cirignoni, auspicando «ora le indagini facciano piena luce sulla gestione della E45 e sui lavori infiniti di cui è oggetto» e rivendicando «con orgoglio di essere stato l’unico politico che ha avuto il coraggio denunciare una situazione indecente e insostenibile con ben 4 esposti». Secondo Cirignoni «il futuro della E45 Orte-Ravenna, come accaduto per la strada di grande comunicazione FI-PI-LI, dovrebbe essere affidato ad un consorzio tra le Regioni attraversate. All’Umbria dunque spetterebbe il ruolo di capofila, dato che sul suo territorio corre la maggior parte del tracciato della superstrada ed è quella per cui la E45 riveste un importanza strategica fondamentale per i collegamenti esterni ed interni».
Ma intanto da queste parti si continua a soffrire.
«Dall’inizio dei lavori sul raccordo Perugia-Bettolle per la manutenzione e l’ammodernamento della rete stradale, i disagi per i cittadini continuano ad essere notevoli al punto che la situazione, ancor più a seguito dell’inizio dell’anno scolastico, è divenuta insopportabile» – scrive il consigliere regionale Giacomo Leonelli (Pd) per il quale, «seppure tali interventi risultano indispensabili e sicuramente migliorativi visto che, come spiegato in sede di audizione il 30 ottobre scorso dal capo compartimento Anas dell’Umbria, Raffaele Celia, saranno lavori di tipo strutturale e non meramente di restyling, è però anche vero che perdurano ormai da troppo tempo e sembrano andare eccessivamente a rilento». Leonelli ricorda quindi che l’Assemblea legislativa, lo scorso 12 gennaio, ha approvato all’unanimità una mozione, per «sollecitare Anas ad effettuare i lavori anche di notte e nei giorni festivi sul raccordo Perugia-Bettolle così da poter accorciare i tempi dei cantieri e ridurre i problemi per i cittadini». «Essendo questo non ancora avvenuto – conclude Giacomo Leonelli -, credo sia opportuno fare il punto della situazione sullo stato di avanzamento dei lavori riconvocando quanto prima in audizione il compartimento Anas Umbria».
E così, fra prese di posizione ufficiali e dichiarazioni d’intenti, l’incubo del cantiere della Perugia-Bettolle continua a campeggiare sui pensieri degli automobilisti che ogni giorno arrivano al capoluogo umbro costretti ad affrontare un percorso ad ostacoli. E pensare che secondo l’Osservatorio del Traffico Anas, proprio intorno al nodo di Collestrada gravita un flusso di 44 mila veicoli al giorno. Un fiume di lamiere “infuocate” che da almeno cinque anni non conosce pace. Ultima “croce” è la recente riapertura del cantiere fra Ponte San Giovanni e Ferro di Cavallo, dove fin dalle 7,30 del mattino si registrano code chilometriche.
Ma, come dicevamo, dentro le mura non si sta meglio.
La viabilità cittadina sta davvero vivendo uno dei momenti storici più difficili. Traffico in tilt nella zona di Fontivegge, dove sono in corso i lavori per la posa dei cavi di fibra, e poi pure al Bulagaio si sta scomodi, così come si circola a singhiozzo sulla strada di San Galigano. E tanto per non farci mancare nulla altri lavori per il ripristino della carreggiata sono previsti anche sulla strada dei Lambrelli, nel tratto in discesa dall’incrocio con via Eugubina, dove fino al 26 ottobre funzionerà il senso unico alternato, con un semaforo a scandire il traffico. Senza contare anche qui il problema buche. Ce ne sono alcune che potrebbero far sparire un motociclista. Ed allora è bene che si sappia che chiunque incorre in un incidente provocato da tali voragini, può e deve ricorrere contro l’Amministrazione, per chiedere i risarcimenti dovuti.
«Cari perugini, abbiate pazienza perché alla fine ne varrà la pena». È questo il messaggio che arriva da Palazzo dei Priori, per bocca dell’assessore ai Lavori pubblici Francesco Calabrese, che ha voluto così rassicurare la popolazione imbufalita. Ma nessuno, e va ripetuto “nessuno”, che si sia mai preso la briga di dare una scadenza esatta a questa “eterna” disavventura, tanto che oggi non c’è una sola persona che più si illuda che un giorno prossimo venturo finalmente l’agognata parola the end possa davvero campeggiare fra i titoli di coda di questo film dell’horror, dai ritmi lenti e dagli effetti speciali.