Si cerca di individuare chi ha dato informazioni importanti sui movimenti delle vittime
E’ buio pesto sull’identità dei componenti la banda che hanno razziato una villa a Spoleto ottenendo un bottino molto consistente, tra i 200 ed i 250 mila euro tra contante e oggetti di valore.
Quello che sembra essere stato accertato sono due cose: matrice non umbra dei rapinatori e la presenza di qualcuno che ha fornito tutti i dati necessari e le modalità da seguire per ottenere il massimo risultato con il minimo rischio.
La figura del basista è forse quella che lascia spiragli per arrivare fino agli esecutori materiali del colpo perché tramite le telecamere presenti sul posto e nei dintorni si può capire chi ha fatto i sopralluoghi e se magari ha conosciuto la coppia di imprenditori.
Sembra infatti che la sera dell’agguato i coniugi Santirosi non dovevano essere a Spoleto e quindi qualcuno sapeva degli spostamenti come pure cosa e come prendere dalla villa e dalla cassaforte, impiegando una manciata di minuti.
Secondo le indiscrezioni filtrate dagli inquirenti sembra si possa trattare di una banda composta da soggetti dell’Est Europa e quindi anche il basista (o la basista) dovrebbe gravitare in quell’ambiente.
Altro spiraglio per sbloccare le indagini potrebbe essere l’individuazione delle due auto servite per la fuga, qualcuno potrebbe averle notate oppure sono finite nelle immagini registrate dalle telecamere.
Compito difficile per gli inquirenti che tuttavia non demordono e contano di avere al più presto dei risultati.