Una sentenza del Consiglio di Stato ha sancito come l’installazione di un autovelox debba essere soggetta a reali motivi di sicurezza
C’è disagio e malcontento fra molti automobilisti che si ritrovano multati, perché vengono fotografati dal nuovo autovelox tarato a 70 km/h, posto lungo la strada statale Flaminia all’uscita dalla quattro corsie Foligno-Spoleto, attivato dall’amministrazione comunale nello scorso autunno, che pur rimanendo acceso solo 4 ore è in grado di rilevare almeno cento infrazioni quotidiane, vale a dire tremila mensili, che diventano circa 36mila nell’arco di 12 mesi e che in soldoni significano circa 17mila euro al giorno che entrano direttamente nelle casse del Comune di Spoleto.
Dal 26 settembre al 21 ottobre l’autovelox ha rilevato quasi 22mila transiti in violazione. Per la precisione 21.946 veicoli avrebbero superato il limite di velocità per una media giornaliera di 844 contravvenzioni.
A fornire il dato è stata la comandante della Polizia Municipale, Alessandra Pirro, pronta a ribadire, nell’arco dell’ultima conferenza stampa, che con molte probabilità con il passare del tempo gli automobilisti si abitueranno alla presenza del rilevatore di velocità ed il numero di verbali giornalieri dovrebbe diminuire.
Ma sono sempre più i cittadini che si chiedono: “e se l’autovelox fosse installato da un comune solo per fare cassa?”.
A questo quesito ha risposto una sentenza del Consiglio di Stato che ha sancito come l’installazione di un autovelox debba essere soggetta a reali motivi di sicurezza. Alla base dell’installazione quindi, deve esserci non tanto la volontà di accrescere le casse comunali, bensì il tasso di incidentalità che dovrà motivare la presenza dei sistemi di controllo della velocità. Per affermarlo, il Consiglio di Stato ha dichiarato legittimo il decreto del Prefetto che in Molise aveva ordinato la rimozione di una postazione autovelox in base al basso tasso di sinistri della strada su cui era installato.
Questa sentenza costituisce un importante precedente in materia, perché ricorda ai vari Comuni che hanno fatto installare degli autovelox il dovere di valutare bene la pericolosità dei tratti di strada dove li hanno fatti sistemare, per non esporsi al rischio di ricorsi che ne chiedano lo smantellamento.