I residenti chiedono ancora una volta un sopralluogo dell’ARPA per verificare i valori dell’inquinamento prodotto dai vecchi locomotori
di Gino Goti
Con il ritorno della bella stagione chi abita nelle vicinanze della stazione ferroviaria è tornato a dover sopportare un tipo di inquinamento acustico e ambientale che d’inverno e d’autunno le finestre chiuse attenuano senza, ovviamente, annullarlo.
L’inquinamento è dovuto ai vecchi e puzzolenti locomotori (che Gheddafi rifiutò e che furono destinati alle linee minori) della ex FCU che sostano sul 4° e 5° binario e che intorno alle 5.00/5.10 accendono i motori diesel 40/50 minuti prima della partenza per mandare in pressione il sistema frenante. Più volte i residenti hanno rivolto la segnalazione direttamente alle ferrovie, all’ARPA (che fece i rilevamenti appropriati riscontrando il superamento dei limiti consentiti ma senza ottenere un miglioramento della situazione) e anche alla stampa e alla radio e televisione.
A nulla sono valsi i suggerimenti di accendere i motori in un binario morto più lontano dalle abitazioni e la risposta, paradossale, è stata che lungo quel tratto di binario non c’è il marciapiede e quindi rimane scomodo, da parte del personale, salire sulla motrice per accendere i motori.
Un ingegnere, vista la segnalazione sui social, rispose meravigliato che per quei locomotori è disponibile, con poche decine di euro, un dispositivo che consentirebbe l’immediato funzionamento dell’impianto frenante all’accensione dei motori. Ma anche questo suggerimento non è stato ascoltato e quindi i residenti chiedono ancora una volta un sopralluogo dell’ARPA per verificare i valori dell’inquinamento prodotto da quei locomotori e trovare una rapida soluzione.