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Suicidio assistito, Laura Santi: “Chiedo solo la libertà di avere un piano B”

Suicidio assistito, Laura Santi: “Chiedo solo la libertà di avere un piano B”

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L’intervento della giornalista, malata da 20 anni di una grave forma di sclerosi multipla, durante l’udienza pubblica sul fine vita

Suicidio assistito, continua la battaglia della perugina Laura Santi, giornalista perugina di 49 anni, da 20 anni malata di sclerosi multipla progressiva.
Una condizione irreversibile, che le provoca spasmi e sofferenze, che l’ha privata di ogni margine di autonomia e che l’ha indotta a preferire la morte alla vita.
Nei primi mesi del 2022 ha chiesto di poter accedere al cosiddetto suicidio medicalmente assistito, ma dall’azienda sanitaria locale, dopo diversi gradi di giudizio, è arrivato un parere negativo.

E da allora Laura Santi e suo marito Stefano Massoli, assieme all’Associazione Luca Coscioni, continuano la propria battaglia per il diritto alla libertà di scelta.

Fino ad affermare durante durante l’udienza pubblica sul fine vita tenutasi a Roma al palazzo della Consulta, dove la Corte Costituzionale era chiamata ad esprimersi per la seconda volta sul suicidio assistito: “La mia non è più vita, il mio corpo si sta immobilizzando sempre più, ho dolori, ieri sera hanno impiegato tre ore per vestirmi. Da sola morirei di sete e di fame nel mio letto. Quello che mi viene dato non è un trattamento di sostegno vitale? Si tratta solo di ampliare l’interpretazione. Chiedo solo la libertà di avere un piano B”.

La decisione è attesa nelle prossime settimane.